Private equity a gonfie vele

 

Se le principali asset class finanziarie vivono una fase di incertezza, lo stesso non vale per  il private equity, che nel corso del 2016 ha generato ritorni medi del 10,36%, migliorando di circa 350 punti base la performance rispetto all’anno precedente.  Il dato emerge dall’indice GX Private Equity di State Street, calcolato sulla base dei flussi di cassa dei sottoscrittori dei fondi. Il rendimento più consistente è stato registrato dai veicoli specializzati nel buyout (le operazioni finalizzate all’acquisto del controllo di una società) con il 12,52% annuo, mentre gli investimenti sul debito hanno reso il 10,39%.

Ha faticato invece il venture capital con ritorni al 2,84%. “I mercati quotati continuano a mostrare segni di forza con valutazioni a livelli sani – ha commentato Will Kinlaw, senior managing director e global head di State Street Associates, divisione di State Street Global Exchange – Nei mercati ‘private’ abbiamo notato una accresciuta attivita’ di disinvestimento negli ultimi anni in quanto i manager hanno colto l’opportunita’ di uscire dai loro investimenti. Piu’ di recente comunque la ‘chiamata’ di capitale ha rallentato. L’evidenza suggerisce che i general partners stanno assumendo un approccio cauto nell’identificare opportunita’ che forniscano ritorni superiori a valutazioni accettabili”.

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