Una parola d’ordine: esternalizzare le funzioni, soprattutto quelle di back-office. È la strategia seguita dagli operatori del private banking e wealth management per tagliare i costi operativi e fronteggiare gli oneri crescenti legati all’arrivo di una regolamentazione sempre più stringente. A metterlo in evidenza è un’analisi pubblicata oggi sul sito del Financial Times.
Il quotidiano britannico rivela per esempio che SEI Wealth Platform, un fornitore di soluzioni gestionali per il settore finanziario, è in trattative con ben 16 private bank britanniche ed europee per gestire in outsourcing (cioè dall’esterno) alcune loro funzioni di back office.