Il wealth management spinge i conti di Mediobanca

Il gruppo Mediobanca chiude il primo trimestre dell’esercizio 2017/18 in crescita, con un aumento dell’utile netto nell’ordine dell’11%, da 271 a 301 milioni di euro, e del risultato operativo del 27%, da 227 a 288 milioni.

Una spinta fondamentale arriva dall’area wealth management, con le commissioni nette balzate del 49% a 56 milioni di euro, a trainare il 30% a livello di gruppo (138 milioni in tutto). La trimestrale del wm, che non riflette ancora il potenziale della nuova struttura, dato che il processo di riorganizzazione è ancora in corso, è molto positiva. L’utile si attesta a 15,5 milioni euro, in aumento rispetto agli 11,2 milioni dello scorso anno. Va segnalato anche l’allargamento del perimetro (ramo Barclays, Banca Esperia, acquisizioni Spafid), che si riflette in maggiori ricavi (122,4 milioni contro 91,1 milioni) e costi di struttura (96,7 milioni contro 72,7 milioni). CheBanca! concorre con un utile di 6 milioni (3,1 milioni) mentre il private banking (incluso Spafid e Cairn) chiude con un risultato di 9,5 milioni (8,1 milioni).

Le masse della clientela sono pari a 57,2 miliardi; gli attivi gestiti/amministrati, ammontano a 30,3 miliardi (30 miliardi) ripartiti tra private banking (23,1 miliardi contro 22,9 miliardi) e la componente affluent & premier di CheBanca! (7,2 miliardi contro 7,1 miliardi).

Restando in questo ambito del business, la nota di Mediobanca ricorda che si è conclusa l’integrazione di Barclays con la chiusura di 32 filiali e la riduzione prevista degli organici (117 persone nel trimestre e oltre 200 nei 12 mesi). Entro dicembre attesa la fusione di Banca Esperia in Mediobanca SpA e il lancio del brand Mediobanca Private Banking, con un’offerta integrata private banking-investment banking.

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