Hedge fund, tutta Kairos a Julius Baer

Julius Baer si è comprata tutta Kairos. La banca private svizzera, infatti, ha rilevato il restante 20% della società fondata da Paolo Basilico che ancora non possedeva e ne è diventata così unico proprietario, con il 100%. Il prezzo provvisorio di questa operazione, soggetto ancora ad aggiustamenti, è pari a 96 milioni di euro, fanno sapere fonti vicino alla banca di Zurigo. Nel 2017 Kairos deteneva masse sotto gestione di 11 miliardi di euro contro circa i 4 miliardi di euro del 2013, quando Julius Baer era entrata nella partecipazione italiana con il 19,9% delle azioni. Il 1° giugno del 2013 nasceva infatti Kairos Julius Baer Sim, con autorizzazione a operare dalla Banca d’Italia, frutto della partnership strategica tra Kairos Investment Management Spa, società leader nel settore del risparmio gestito in Italia, e Julius Baer Group Ltd., banca privata svizzera con grande presenza internazionale. Un progetto che lo stesso Basilico aveva definito «di lungo termine che focalizza la sua attenzione e i suoi investimenti in Italia, considerata un mercato di grande interesse». Intanto Paolo Basilico, che di Kairos è fondatore e ceo, torna a essere anche presidente, carica che aveva lasciato nell’aprile del 2016 quando Julius Baer era salita all’80% (la nuova realtà era presieduta infatti da Fabrizio Rindi). L’acquisizione di Kairos aiuterà la banca elvetica a consolidare la presenza nel mercato del wealth management italiano. Il prezzo di acquisto è piuttosto alto, tanto che la società è valutata poco meno di mezzo miliardo di euro (480 milioni circa). Secondo gli analisti interpellati, questa cifra è sinonimo del fatto che si stia chiaramente spingendo la valutazione di Kairos in vista della quotazione, che era già stata data come «molto probabile» dallo stesso Basilico. E chiaramente annunciata nel maggio del 2016 dall’allora ceo di Julius Baer
(passato lo scorso novembre alla banca ginevrina Pictet). «È un passaggio fondamentale per garantire l’indipendenza della società. Tuttavia, visto che possiamo scegliere, faremo l’Ipo in un momento in cui le condizioni di mercato saranno più serene, ovvero nel giro di 12 mesi al massimo. Noi scenderemo al 50%, il management rimarrà con il 15% ma con un robusto piano di incentive scheme, al mercato il 35%». Vedremo come andrà.

 

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