Il Gin, un mito intramontabile che fa rima anche con wellness

Se è vero che tutto è nato con finalità curative, possiamo dire che il cerchio narrativo legato all’epopea del gin (superalcolico dalle antiche origini, riscoperto di recente anche come drink stand alone) si è finalmente concluso: nato come medicinale, da oggi potrà coadiuvare la cura delle membra affaticate di un gentleman britannico in una spa dedicata. Ma facciamo ordine.

Era la metà del diciassettesimo secolo quando il naturista e medico olandese Franciscus Sylvius pensò bene di trovare un rimedio per curare “un terzo di tutte le malattie”. Lo fece attraverso la distillazione di un fermentato ottenuto da frumento ed orzo, in cui vennero messe a macerare le bacche di ginepro. Nacque il jenever, il papà del gin e il resto è storia. Se è vero che le finalità medicali si persero lungo la via del successo di questo superalcolico, la notizia della nascita della The Gin Spa, avvenuta lo scorso dicembre 2017 in Glasgow, non può non richiamarcele alla memoria.

Gestita dai creatori del cocktail Gin71 (una variante del gin tonic classico), questa isola di benessere si propone di offrire prodotti e trattamenti interamente ispirati botaniche del celebre distillato: si va dalla cosmesi e i saponi fino alla riflessologia plantare e i massaggi total body. Sei percorsi messi a disposizione, nel dettaglio “felice, puro, tranquillo, energico, attivo o detox” per una fascia di prezzi tutto sommato contenuta in relazione alla proposta: 45 euro per la riflessologia plantare, 50 euro per un massaggio alla schiena e 80 euro per il total body.

Ogni cliente riceverà all’ingresso un cocktail a base di gin; e allora sì che verrà naturale lanciarsi in un brindisi in onore di una tradizione che non morirà mai. Che da oggi farà rima anche con wellness.

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