Banca del Fucino, scricchiola l’intesa con Barents

L’operazione Banca del Fucino-Barents è in bilico. Secondo quanto riportato da MF, non è più così certa l’intesa tra la private bank laziale e la multinazionale delle riassicurazioni. Sono infatti trascorsi sei mesi dal memorandum of understanding, ma la firma del contratto di integrazione non è ancora stata firmata a dimostrazione del fatto che sono sorti dei problemi.

L’intesa di marzo tra la più antica banca privata romana (fondata dai principi Torlonia e guidata da Salvatore Pignataro, nella foto) e il gruppo britannico  prevedeva preliminarmente un aumento di capitale di 50 milioni di euro e il deconsolidamento dell’intero portafoglio di 300 milioni di euro di crediti deteriorati (Npe). Si era parlato anche di un piano industriale quinquennale da mettere a punto in maniera congiunta punta a rafforzare la crescita nel private banking attraverso anche l’aggregazione di altre realtà del settore, l’ingresso di nuovi professionisti attivi nella gestione di grandi patrimoni e la possibile quotazione in Borsa della banca. Per il momento la situazione è in stand-by

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