Autunno caldo per l’arte

Alessandro Cuomo

 

Il mercato dell’arte internazionale è pronto a entrare nel vivo con gli ultimi mesi dell’anno caratterizzati da un fitto calendario di aste e fiere. Fin qui il 2018 ha registrato buone performance per quanto riguarda le vendite di grosse collezioni internazionali e ha finalmente soddisfatto anche i portafogli medio bassi, soprattutto nei mercati locali. Pare insomma procedere su due binari distinti: uno è quello dei big spender, che operano sopra il milione di euro sulle piazze di Londra e New York, l’altro è quello sotto i 200mila delle vendite nazionali, che – a dispetto delle previsioni – hanno performato molto bene lanciando segnali incoraggianti a chi aveva smesso di investire qualche anno fa.

 

Usa sempre al vertice

Il mercato Usa ha confermato nel 2018 il ruolo di leader nelle aste del segmento della pittura, recuperando la vivacità che lo aveva caratterizzato nel biennio 2014-2015. La piazza di New York è in grado di attrarre i collezionisti più importanti e facoltosi, che partecipano alle aste da ogni parte del mondo incuriositi dall’oculata scelta dei cataloghi da parte degli operatori e dal costante orientamento alla qualità nella ricerca delle opere.

 

Investimento atipico

Come già raccontato su queste colonne, l’investimento in arte differisce in maniera sostanziale da quello finanziario. Necessita di una gestazione medio lunga, con almeno qualche anno di decantazione. Le opere d’arte sono percepite come veri e propri luxury goods di grande appeal per il crescente numero di Ultra-High-Net-Worth-Individuals (+3,5% sul 2017) in cerca di scelte sempre più sofisticate e personalizzate per i propri investimenti. Anche i gestori dei servizi di wealth management, assicurazione d’arte e art advisory devono quindi impegnarsi a fornire prestazioni sempre più complete e strumenti decisionali adeguati ai propri clienti.

 

Per quanto riguarda il mercato delle aste, la ritrovata salute del settore è comprovata dalla forte crescita del fatturato complessivo a livello internazionale e dal grande interesse dei collezionisti nei confronti delle private sales, (stimate in alcuni studi a circa il 70% delle vendite globali). Questo tipo di transazione garantisce un’elevata velocità di esecuzione e risponde al crescente bisogno di riservatezza, efficienza e discrezione, incrementando l’importanza del ruolo dei dealer privati nell’intero sistema dei collectibles.

 

 

Gli appuntamenti autunnali (BOX)

27-31 ottobre – Tefaf New York Fall

30 ottobre – Old Masters – Christie’s New York

8 novembre – Christie’s Parigi – Photographies

28 novembre – Sotheby’s Milano – Arte Moderna e Contemporanea

5 dicembre – Finarte Milano – Arte Moderna e Contemporanea

 

 

Frieze London

Le fiere d’arte sono considerate dai dealer la più efficace via per acquisire nuovi clienti e il loro mercato continua a crescere, grazie anche all’attenzione degli operatori nell’organizzare eventi culturali collaterali di grande richiamo mediatico, che spingono un pubblico sempre più vasto a prendervi parte.

A inizio ottobre, la settimana londinese dell’arte moderna e contemporanea ha contato sul forte richiamo di Christie’s e Sotheby’s, due pesi massimi nel mercato dell’arte. È stata l’occasione per continuare la riflessione intrapresa lo scorso anno da Frieze London sul ruolo delle donne artiste nello scenario sociopolitico contemporaneo. Dopo il focus del 2017 dedicato all’immaginario erotico, questa volta è stata dedicata una sezione alle artiste che “hanno sfidato il mercato dominato dagli uomini”. A fare da cornice all’appuntamento, una mostra temporanea di sculture e grandi installazioni da ammirare attraverso una passeggiata nel verdissimo Reagent’s Park.

 

 

 

Appuntamento milanese

Quanto all’Italia, il 5 dicembre è prevista una vendita di Finarte dedicata all’arte moderna e contemporanea. La società ha chiuso il primo semestre con un fatturato di 10,45 milioni di euro, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2017 (+103,5%). Il settore a più alto aggiudicato per Minerva (che oggi fa parte del gruppo) è quello dei dipinti antichi e dell’arte del XIX secolo con 1,042 milioni.

Interessante notare la crescita dell’asta dedicata all’arte moderna e contemporanea: la vendita primaverile si è chiusa, infatti, con il secondo totale più alto della nuova storia della casa d’aste: 2,2 milioni di euro (buyer’s premium incluso) e il 70% di aggiudicato in lotti. Tra i nuovi record d’asta: La Tempesta di Cagnaccio di San Pietro, proposto al lotto 61 con una stima di 40-60mila euro, ha raggiunto rapidamente quota 108.600 segnando, a distanza di sette anni, il nuovo record d’asta per l’artista.

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