I private equity si contendono il caffé più pregiato

Niente Borsa per ora, anche se l’opportunità di irrobustire le spalle per competere nel mercato globale resta. Negi giorni scorsi dai vertici di Illy è stato ribadito a più riprese che l’Ipo non è dietro l’angolo, soprattutto per quel che concerne Illycaffé, mentre qualche spiraglio da qui a un paio d’anni si apre per il polo del gusto che comprende  cioccolato (Domori), vino (Mastrojanni) e tè (Dammann Frères).

Il capitale della capogruppo è suddiviso tra i quattro fratelli Illy e la mamma, ma presto potrebbe essere aperto all’ingresso di uno o più fondi di private equity con l’obiettivo di sostenere la crescita. Anche perché Illycaffè
è da poco entrata nel mercato delle capsule da caffè compatibili con Nespresso attraverso un accordo di licenza con
uno dei big del settore, la tedesca Jab, la quale produrrà capsule in alluminio e le distribuirà in tutto il mondo, mentre il marchio di italiano si occuperà della commercializzazione nella Penisola.

Tra i fondi di cui si è fatto il nome nelle ultime settimane figurano realtà di grandi dimensioni come Temasek e Gic, ma è probabile che altri investitori istituzionali si stiano informano in merito.

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