Secondo trimestre da record per l’indice Global Exchange Private Equity

L’Indice Global Exchange® Private Equity (GXPEI) di State Street ha archiviato il secondo trimestre del 2018 riportando la seconda migliore performance in termini di rendimenti degli ultimi due anni, pari al 3,99%. La categoria dei fondi di venture capital mantiene il primato per il secondo trimestre consecutivo, con ritorni del 4,64%, seguita subito dopo dai fondi buyout, con un rendimento del 4,18%. In ultima posizione i fondi di private debt, con ritorni trimestrali pari all’1,90%. L’indice GXPEI si basa su dati provenienti da limited partnership e comprende più di 2.800 miliardi di dollari di investimenti in private equity, con oltre 2.900 partnership di private equity al 30 giugno 2018. “Complessivamente, il secondo trimestre del 2018 ha visto una buona ripresa rispetto al primo trimestre caratterizzato da una certa volatilità. Tuttavia, la crescita non è stata omogenea in tutto l’indice”, ha dichiarato Will Kinlaw, responsabile globale di State Street Associates®, divisione di State Street Global Exchange. “In particolare, vanno sottolineate le performance dei settori dell’information technology e dell’energia, a vantaggio soprattutto dei fondi di venture capitalist e di quelli specializzati nel comparto energetico. Nonostante i fondi di private debt abbiano riportato nel trimestre in esame un rendimento inferiore alla media, la loro attività di fund raising è stata particolarmente robusta nel 2018. Finora, nei primi due trimestri di quest’anno, questi fondi hanno raccolto quasi la stessa quantità di capitale raggiunta in tutto il 2017”. “Nel secondo trimestre, il dollaro si è apprezzato nei confronti delle principali valute, compreso l’euro, in parte per via dell’aumento dei tassi di interesse e dei dati economici solidi”, ha affermato Anthony Catino, managing director, Alternative Investment Solutions di State Street. “Questo ha fatto sì che i rendimenti denominati in dollari dei fondi con focus sull’Europa fossero inferiori rispetto a quelli denominati in euro. Mentre ci avviciniamo alla fine del 2018, solo il tempo ci dirà quale sarà l’impatto complessivo della stabilità del dollaro sui rendimenti valutari”.

Principali dati del secondo trimestre:

  • I fondi di Venture Capital guidano la classifica tra le tre principali strategie di private equity (Venture Capital, Buyout e Private Debt) per il secondo trimestre consecutivo, raggiungendo il 4,64%, il risultato più alto per questa tipologia di fondi dal quarto trimestre del 2014.
  • I fondi di Private Debt sono stati gli unici ad aver riportato una flessione dei rendimenti, all’1,90% dal 2,46% del primo trimestre, registrando la peggior performance dal primo trimestre del 2016.
  • I fondi Buyout hanno raggiunto rendimenti pari al 4,18%, in aumento dal 2,09% del primo trimestre, mentre i ritorni dei fondi di venture capital hanno toccato il 4,64% dal 3,78% del trimestre precedente.
  • Nel secondo trimestre del 2018, il dollaro si è apprezzato del 5,34% rispetto all’euro e più in generale ha registrato un apprezzamento rispetto alle altre monete globali.
    • I fondi di private equity focalizzati sull’Europa hanno riportato ritorni trimestrali denominati in dollari pari al 3,12% (con IRR – o Tasso Interno di Rendimento – denominato in euro pari all’8,61%).
    • I fondi di private equity focalizzati sugli Stati Uniti hanno riportato rendimenti trimestrali denominati in dollari pari al 4,70%, mentre quelli focalizzati sul resto del mondo hanno guadagnato l’1,66%.
  • Tra i settori presi in esame, per il secondo trimestre consecutivo, il primo posto è occupato dai fondi dedicati all’information technology, con un ritorno trimestrale del 7,05%, in rialzo rispetto al 5,20% del periodo precedente. Seguono i fondi con focus sul comparto energetico, i cui rendimenti sono saliti al 4,62% dallo 0,62% del trimestre precedente, mentre fondi del settore healthcare hanno ottenuto ritorni pari al 4,24%. I fondi del comparto finanziario sono stati gli unici a registrare un calo dei rendimenti, all’1,69% dal 4,93% del primo trimestre

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