Paperoni d’Italia, un turbo per il Paese

Il patrimonio dei clienti del private banking come motore di sviluppo dell’economia reale italiana. È il tema sul quale si è concentrato uno studio realizzato dal Censis per Aipb, dal quale emerge una spinta propositiva in questo senso.

“La maggioranza degli italiani è convinta che chi investe la ricchezza a sostegno del rilancio economico debba essere premiato sul versante fiscale”, spiega il segretario generale del Censis Giorgio De Rita. “Nella percezione comune è prevalente una visione della ricchezza come strumento produttivo, attraverso l’investimento diretto o indiretto nell’economia reale”.

Quanto ai detentori di grandi patrimoni, sono meno preoccupati rispetto alla media degli italiani sul futuro del Paese (il 46,5% contro il 62,2%). E sono anche meno propensi alla fuga all’estero. Una tendenza chiara in merito anche alla propensione agli investimenti, con il 73,5% dei clienti del private banking che sottolinea come l’investimento giusto debba creare valore per il Paese.

Quanto all’andamento del settore, “il private banking resiste agli andamenti negativi dei mercati finanziari”, spiega il presidente di Aipb Fabio Innocenzi. A giugno le attività finanziarie gestite dal settore si sono attestate a 801 miliardi di euro, 5 miliardi in meno rispetto alla fine del 2017, ma 25 in più nel confronto a un anno. Cresce la raccolta netta (+2,7%), mentre l’effetto mercato risulta negativo (-3,1%).

Numeri che verranno approfonditi venerdì prossimo in occasione del XIV Forum del Private Banking organizzato da Aipb presso Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana.

 

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