Arte asiatica in vetrina

Alessia Zorloni

 

Nel corso degli anni abbiamo assistito a un cambiamento radicale nel modo di fare cultura, dovuto all’ingresso di un gran numero di collezionisti privati che sono emersi come attori nuovi sulla scena museale, ponendosi come promotori e realizzatori di musei. Il settore museale privato, avido di opere importanti, è diventato una realtà economica significativa sopratutto in Asia, che secondo il rapporto realizzato da Larry’s List e Art Market Monitor, ospita circa il 33% dei musei privati.

 

Iniziative a Shanghai

In questo processo di sviluppo culturale i collezionisti privati hanno avuto un ruolo determinate favorendo la nascita di nuovi musei, aperti da grandi mecenati come Budi Tek, appassionato collezionista sia di arte indonesiana che di arte occidentale e fondatore dello Yuz Museum, o Adrian Cheng, collezionista di Hong Kong a capo della K11 Art Foundation. Tra i collezionisti più importanti troviamo Liu Yiqian e Wang Wei, famosi per il loro interesse per l’arte antica cinese, che nel 2012 hanno deciso di aprire uno spazio espositivo dove poter mostrare la loro collezione, il Long Art Museum di Pudong. Dal 2008, inoltre, hanno iniziato a costruire una collezione di arte contemporanea da esporre nel loro secondo museo a Shanghai, nel quartiere di West Bund.

 

Mega investimento

Questi musei fanno parte del progetto di rigenerazione del cosiddetto West Bund Cultural Corridor (più 3 miliardi di dollari di investimento), area portuale un tempo industriale e oggi sede di un’importante fiera dedicata all’arte che si è tenuta dall’8 al 11 novembre. Il progetto, lanciato nel 2008 e portato avanti dalla società West Bund Development Group, vedrà l’inaugurazione nei prossimi mesi di nuovi musei progettati da archistar internazionali: il Tank Shanghai, promosso dal collezionista Qiao Zhibing, lo Star Museum, affidato a Jean Nouvel, dove avrà sede la collezione di He Juxing e il West Bund Art Museum progettato da David Chipperfield che ospiterà la branch cinese del famoso Museo Pompidou di Parigi.

 

Investimenti diversificati

Tra i principali promotori dei nuovi musei vi sono, da una parte i collezionisti facoltosi, desiderosi di preservare il loro patrimonio artistico, e dall’altra il Governo, che attraverso gli investimenti culturali è in grado di esercitare una più ampia influenza internazionale attraverso il cosiddetto soft power. La costruzione di questi nuovi musei è anche strettamente legata ai progetti di sviluppo immobiliare di molte società di real estate, che si assicurano la proprietà o una partecipazione nei nuovi musei per aumentare il valore di mercato delle aree edificabili limitrofe. Inoltre l’investimento in opere d’arte e beni di passione è richiesto in maniera crescente dai collezionisti cinesi, per diversificare il portafoglio, ma anche per affermare il proprio status symbol e ottenere consenso sociale. I beni da collezione sono percepiti come veri e propri lifestyle asset di grande appeal per il crescente numero di Ultra-High-Net-Worth-Individuals presenti in Asia e in cerca di scelte sempre più sofisticate e personalizzate per i propri investimenti.

 

Summit internazionale

Proprio in quest’ottica, Shanghai ha ospitato il primo Art and Finance International Summit, organizzato dalla Central Academy of Fine Art (Cafa) e Art Lujiazui, con il supporto di alcune delle più importanti banche e imprese cinesi. L’evento si è tenuto il 9 novembre al Grand Kempinski, nel distretto finanziario di Lujiazui e ha visto la partecipazione di più 300 leader provenienti dal mondo della finanza e delle industrie culturali che si sono riuniti per discutere le ultime tendenze in tema di arte e servizi di wealth management. Quello che è emerso chiaramente dal summit è un accresciuto interesse da parte dei family office e degli operatori finanziari asiatici nei confronti di una consulenza finanziaria olistica che permetta di gestire in modo integrato il patrimonio dei propri clienti e che includa non solo il portafoglio di investimenti gestiti e amministrati ma anche l’immobiliare, il patrimonio d’impresa e i grandi patrimoni artistici.

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