La successione aziendale salta una generazione

La tendenza dei capi azienda a restare in sella fino a tarda età fa sì che sempre più spesso il passaggio generazionale avvenga dal nonno al nipote. E’ quanto racconta in un’intervista a Milano Finanza Paolo Federici nella foto), responsabile di Ubs Wealth Management in Italia. “Gli imprenditori sono spesso persone di grande carisma, personalità non sempre semplici da coniugare con altre presenti in famiglia e forti di successi difficilmente replicabili”, racconta. “La seconda generazione, crescendo all’ombra di un albero così grande, a volte viene di fatto ad avere poca luce, risultandone marginalizzata, e sovente finisce per preferire di non misurarsi con la grandezza del predecessore”.

Questo mentre la terza generazione “spesso si sente in grado non solo di gestire l’impresa ereditata, ma anche di farle fare quel salto di qualità che la può portare su un piano diverso”, osserva Federici. Ricordando che in molti casi questo avviene perché i giovani “hanno studiato all’estero oppure perché hanno valori diversi da quelli dei nonni”.

Resta il fatto che in Italia pochi imprenditori preparano per tempo la successione. “Come Ubs abbiamo in focus circa 10mila aziende familiari nel nostro Paese. Di queste meno del 30% ha fatto un passaggio generazionale negli ultimi 15 anni”, conclude il banker

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