Finarte, nuova sede nel cuore di Milano per la casa d’aste

Di Giacomo Nicolella Maschietti

Finarte punta in grande. Il 2019 si apre con un’importante novità per la casa d’aste meneghina: una nuova sede nel cuore di Porta Volta, a pochi passi dalla sede di Microsoft. Si tratta di un grande edificio in via Paolo Sarpi completamente rinnovato, che offre straordinarie potenzialità non soltanto al tradizionale business delle aste. Nei rinnovati spazi saranno compresi un caveau, la sala d’asta, gli uffici e luoghi destinati alle esposizioni per un totale di circa mille metri quadrati. Il core business del Gruppo Finarte è l’organizzazione di aste pubbliche di opere d’arte e beni preziosi. La casa d’aste è nata nel lontano 1959 per iniziativa del banchiere milanese Gian Marco Manusardi, con lo scopo di assistere collezionisti e operatori del settore nell’acquisto e nella vendita di opere d’arte. Alla fine del 2014 un gruppo di nuovi investitori ha acquisito il marchio Finarte. Nel luglio 2017 hanno preso forma le prime strategie di espansione con l’acquisizione della romana Minerva Auctions.

PRIVATE ha incontrato Alessandro Cuomo, responsabile del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea di Finarte.

Una nuova sede nel quartiere dell’Innovation Design District di Porta Volta, qual è oggi il ruolo di una casa d’aste?

Questo cambiamento che c’è in atto con la nuova sede è una presa di consapevolezza per un nuovo modo di fare questo mestiere. E in un contesto di veloci mutamenti la comunicazione ha un ruolo chiave. Si tratta di un progetto di sviluppo in cui la casa d’aste diventa sempre più accogliente e mira a creare un dialogo con il collezionista, gli appassionati, ma anche la città stessa. Ci apriremo al mondo degli eventi culturali selezionati, a quello delle imprese (pensando ad attività di formazione e team building sulle metafore dell’arte) e inoltre abbiamo in programma dei kids days oltre che aperture domenicali, infine progetti con le Università. La nuova sede di Finarte sarà uno spazio polifunzionale aperto a tutti i milanesi.

Una nuova sede Finarte in uno storico edificio che già in passato ha ospitato cultura, è corretto?

Si, è esatto. L’Architetto Anna Maria Voiello ha completamente ristrutturato questo edificio che in passato ospitava il cinema Aurora. Un luogo che rimane nell’ambito della cultura e torna a proporre eventi per il territorio. Finarte si propone nel ruolo di apripista in una zona che è già in fermento. Saremo operativi nella seconda settimana di marzo 2019.

Non solo Milano ma anche Roma, siete gli unici in Italia a battere le aste in queste due città, come mai?

L’idea di essere un player che adopera gli strumenti della tecnologia ci permetterà di battere aste in diverse città, e avere la sala piena, collegata, mentre l’asta si svolge in un altro posto. Non dimentichiamo anche la sede di Brescia, dove a maggio 2019 batteremo nuovamente l’asta della Millemiglia con le classic cars. Si cerca di essere presenti su tutto il territorio nazionale. A Milano abbiamo scelto di inserirci in un contesto in forte mutamento, con l’Innovation Design District di Porta Volta e tutti gli investimenti in atto per riqualificare il quartiere. A Roma invece è stata pensata una scelta più tradizionale: abbiamo una sede in Piazza Santi Apostoli in uno splendido palazzo del Bernini, il Chigi Odescalchi. È bello questo gioco di contrasti. Anche la nostra collaborazione con Credit Swisse nel marketing (per una perfetta contrapposizione di interessi reciproca) ci consentirà di diventare sempre più attenti e consapevoli nei confronti dei clienti.

In un’epoca dove tutto diventa digitale, quanto conta uno spazio fisico di prestigio?

Alessandro Cuomo: Conta sempre moltissimo perché le opere hanno bisogno di un rapporto fisico con il collezionista. Anche se poi si acquista on line, il cliente ha bisogno di un momento di approfondimento per visionare l’opera. Poi la competizione, per motivi di riservatezza e di tempestività, o di calendari fitti di impegni, può avvenire anche da remoto. Il rapporto umano con gli esperti è però insostituibile. Il fatto che il digitale sia d’aiuto è indubbio, ma il rapporto con l’opera resterà sempre centrale, è un’esperienza.

Il futuro prossimo: quali sono gli appuntamenti da non perdere da Finarte?

Alessandro Cuomo: A marzo 2019 inaugureremo la nuova sede con un’asta vintage di un’importante collezione, tra i vari lotti ci saranno pezzi pregiati di Hermes. A seguire sarà il turno delle auto da collezione durante la Millemiglia, il 13 maggio, e ancora l’arte moderna e contemporanea, la fotografia, e di tutti i dipartimenti.

Cosa vi aspettate da questo 2019?

Alessandro Cuomo: I nostri investimenti si inseriscono in un progetto di cambiamento e di crescita che non nasconde le ambizioni di Finarte: del Presidente Rosario Bifulco naturalmente, del nostro Amministratore Fabio Massimo Bertolo e degli altri soci, tutte persone che hanno grande considerazione di questo progetto e del potenziale di Finarte.

 

 

 

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