Collezionismo e Wealth Management

di Alessia Zorloni

 

Le collezioni permanenti fondate da facoltosi filantropi, offrono uno straordinario numero di opere ai propri fruitori ed eguagliano, e in molti casi superano, per numero e completezza, le collezioni delle istituzioni pubbliche, spesso penalizzate dall’eccessiva tendenza a lasciare in deposito una parte considerevole della propria collezione, impedendone di fatto la fruizione. Si stima infatti che solo una piccola parte delle collezioni dei più importanti musei siano visibili al pubblico. Un problema piuttosto sentito dai collezionisti privati che, sempre più raramente, decidono di donare le opere in proprio possesso a un museo pubblico senza richiedere, come conditio sine qua non alla donazione, l’esposizione permanente dell’intera collezione donata.

 

Collezioni condivise

Cosi, se in passato i musei venivano creati dopo la morte dei collezionisti per commemorarne l’operato, oggi, una nuova generazione di collezionisti decide, sempre più spesso, di aprire un proprio museo quando è ancora in vita. Gli esempi di imprenditori e ricchi filantropi sono moltissimi. A Berlino troviamo la Sammlung Boros creata dai collezionisti Christian & Karen Boros; la Sammlung Goetz a Monaco, voluta da Ingivt Goetz; l’Aïshti Foundation nata a Beirut nel 2015 dall’iniziativa di Tony Salamé; la Deste Foundation di Atene con la collezione di Dakis Joannou; il Glenstone Museum di Mitchell Rales a Potomac; la Newport Street Gallery a Londra creata da Damien Hirst; e tante altre fondazioni come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Madrid, la Dalloul Art Foundation a Beirut e la nuova sede della Rubell Family Collection a Miami apriranno nei prossimi mesi.

Il libro

Il fenomeno dei musei privati, costituiti nel mondo da collezionisti, è poco conosciuto e studiato malgrado la forte crescita, che a partire dal 2000 ha portato al raddoppio della sua consistenza numerica. Le ragioni di un simile decollo sono riconducibili ad una pluralità di cause. Il nuovo volume a cura di Alessia Zorloni, Musei Privati. La passione per l’arte contemporanea nelle collezioni di famiglia e d’impresa (Egea, 2019) offre un’approfondita analisi delle diverse problematiche economiche e giuridiche che famiglie e imprese con grandi patrimoni artistici, si trovano ad affrontare nella gestione e nella valorizzazione della propria collezione. L’obiettivo che guida il lavoro, è quello di integrare la prospettiva economica ad aspetti legali e fiscali, per consentire a ogni famiglia e ai professionisti che la affiancano, la disponibilità di strumenti, metodi e competenze per la messa a punto di una strategia di consulenza patrimoniale integrata.

Arte e Wealth Management

Il volume colma un vuoto nel panorama editoriale attuale, sia in lingua italiana che in lingua inglese, e riunisce i contributi di docenti universitari, professionisti, collezionisti e personalità con comprovata competenza nei temi trattati. Sarà quindi di grande interesse sia per le figure professionali depositarie della fiducia delle famiglie con grandi patrimoni artistici (family office, tax e legal advisor, trustee, commercialisti, wealth manager e private banker) interessate a creare una risposta adeguata a una crescente domanda di consulenza patrimoniale globale, che per manager culturali, collezionisti, investitori, e per gli studiosi di economia dell’arte e delle discipline economico-aziendali. Il libro verrà presentato lunedì 11 marzo 2019 presso la sede di CBA Studio Legale e Tributario.

 

 

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