Trimestrali contrastanti per le big svizzere

La stagione delle trimestrali si apre con segnali contrastanti dalle principali banche d’affari elvetiche.  Credit Suisse ha chiuso il periodo gennaio-marzo mettendo a segno un utile di 749 milioni di franchi, in rialzo dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2018.  Mentre i costi sono scesi del 6% a 4,24 miliardi. L’utile ante imposte è aumentato dell’1% a 1,06 miliardi. Tutte le unità hanno segnato un risultato positivo a eccezione della divisione investment banking & capital market (-92 milioni), a causa della mancanza di Ipo nel periodo. Meglio di tutti ha fatto il wealth management, con profitti pre-tasse per 523 milioni di franchi contro stime di mercato a 438 milioni.

Diverso lo scenario per UBS, che nel primo trimestre 2019 ha generato un utile netto di 1,19 miliardi di dollari, il 27% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. La divisione wealth management ha registrato una contrazione dell’utile pre-tasse nell’ordine del 21%, a 873 milioni. Peggio ha fatto l’investment banking, con un calo del 64%.

 

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