Consulenti: come e perchè far fare un check-up patrimoniale

Sappiamo bene che il mondo della consulenza finanziaria si sta sempre più aprendo alla consulenza patrimoniale. In un contesto di mercato sempre più strutturato e che richiede competenze eterogenee nel professionista, sapere guardare a queste tematiche diventa fondamentale. A tal proposito vi riportiamo di seguito un interessante articolo a firma di Pierluigi Santacroce, professionista dell’advisory, tratto dal portale Benessere Patrimoniale. Scopriamo insieme l’importanza di un check-up patrimoniale, buona lettura.

Fare un Check-Up Patrimoniale è il passo successivo alla propria individuazione come singolo risparmiatore (leggi qui) e all’impostazione di un metodo corretto e condiviso (leggi qui).

Ho deciso di proporre, come immagine dell’articolo, una porzione della famosa scultura bronzea di Auguste Rodin, “Le Penseur” (Il Pensatore) perché rappresenta un uomo in profonda meditazione. Ed è attraverso un’ attenta riflessione che si può realizzare un buon check-up.

Sono due gli strumenti che consentono di eseguirlo in maniera efficace, il conto economico e lo stato patrimoniale:

  • Il conto economico consiste nel registrare periodicamente le entrate e le uscite famigliari. Lo si può fare mensilmente, o con cadenza desiderata, e serve a capire se spendiamo più di quello che incassiamo o abbiamo un margine di risparmio che ci permette di risolvere esigenze presenti e future.
  • Lo stato patrimoniale definisce invece la situazione economica della famiglia, tiene conto dell’intero patrimonio attuale e dei debiti contratti, quindi della possibilità o impossibilità di perseguire i propri obiettivi.

Come consigliato negli articoli precedenti, sarebbe meglio affidarsi ad una persona di fiducia che sappia individuare opportunità concrete e problematiche riscontrabili nel raggiungere i propri scopi di vita.

Esiste uno strumento messo a disposizione della normativa MIFID; è il questionario di profilazione dell’investitore. Non tutti quelli proposti sul mercato sono impostati in egual modo ma, la maggior parte  di essi, contengono domande che permettono di capire, anche se superficialmente, lo stato economico-patrimoniale del risparmiatore. Il mio consiglio in questo passaggio importante è, per evitare brutte sorprese, quello di non “andare a spanne”.

Come farlo…

In nostro aiuto, sia se decidessimo di procedere da soli oppure con l’aiuto di un professionista, ci vengono alcuni indicatori che, analizzati con la giusta dose di concretezza, possono darci un’idea della personale solidità economica. Più i dati saranno precisi, più la fotografia sarà nitida perciò è necessario porci la giusta attenzione. Eccoli:

  • Liquidità: siete in grado di far fronte a spese impreviste? Possedete investimenti che possano essere smobilizzati immediatamente (possibilmente senza perdite) nel caso aveste bisogno di denaro? Siete coperti nel caso in cui ci fosse una riduzione o addirittura una perdita di reddito da parte di un componente del nucleo famigliare?
  • Solvibilità: avete capacità di reddito presenti e future per “saldare” eventuali debiti contratti? Le risorse finanziarie attuali, il totale del vostro patrimonio, è in grado di rimborsare obblighi da voi presi in carico senza il rischio di “andare in default”?
  • Concentrazione dei redditi: da chi o da cosa dipende il vostro reddito disponibile? E’ diversificato (immobili, rendite, interessi attivi, etc…) o deriva esclusivamente da una fonte? Quanti dei famigliari sono fonte di reddito costante?
  • Capacità di risparmio: facendo il semplice calcolo delle entrate e delle uscite, rimane un quota di risparmio? Proteggete, attraverso questa quota, il vostro patrimonio dall’inflazione? Questo contributo risparmiato, è investito affinché aumenti la vostra ricchezza nel tempo?

Perché farlo…

La risposta a queste domande, può darvi un quadro della situazione più preciso e proporvi soluzioni quali, ad esempio, un’attenzione maggiore ai costi che state sopportando. Diminuendo alcuni di questi costi, o liberandovene, potreste aumentare la capacità di risparmio. Un “default” economico famigliare può essere evitato, per esempio, proteggendo il principale portatore di reddito del nucleo…

Insomma, un attento check-up consente di porre basi solide con le quali iniziare una corretta pianificazione finanziaria. Se siete in grado di farlo da soli mettervi al lavoro, se credete sia complicato affidatevi ad un professionista che vi aiuti a “mettere su carta” tutti questi elementi.

E, siccome non c’è pianificazione che non debba essere controllata periodicamente, vi aspetto per il prossimo articolo che parlerà di monitoraggio… Stay tuned!

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