Syz Am, l’asset allocation è un rebus

Asset allocation: l’incertezza rende difficili le decisioni

Di fronte a indicatori economici non proprio favorevoli, violente oscillazioni del clima di fiducia e quotazioni che passano repentinamente da livelli sopravvalutati a sottovalutati, agli investitori non sono rimaste molte certezze. Se a tutto ciò aggiungiamo i comportamenti anomali dei mercati, è normale che le decisioni di asset allocation siano diventate un vero rompicapo.

A tal propostio Benoît Vaucher, senior portfolio manager di SYZ Asset Management, ha svolto un’indagine sul difficile periodo attraversato dall’asset allocation. “Incertezza e sorprese abbondano da ogni lato, dal rendimento negativo dei titoli di Stato europei ai tweet del presidente Trump, per questo gli investitori cercano, a ragione, un porto sicuro lontano dalle classi di attivi tradizionali”.

Dal 2017 in poi gli operatori di mercato hanno beneficiato di un quadro di mercato ottimale, grazie a condizioni monetarie che hanno favorito un tasso di crescita e d’inflazione ideale. Ma questo scenario non poteva durare per sempre: nella seconda metà del 2018 è stato sopraffatto da un clima ribassista.

Asset allocation e il ritorno ad una politica monetaria accomodante: luci ed ombre

La domanda esterna, in particolare quella dei paesi emergenti asiatici, è rallentata. Germania e Italia si sono trovate sull’orlo di una recessione tecnica, e la prospettiva di una Brexit senza accordo ha penalizzato il sentiment di mercato. Per non parlare della crisi tra Usa e Cina. Il malessere globale ha portato a revisioni al ribasso delle stime di crescita del PIL e i mercati finanziari hanno pagato in termini di performance. La situazione è migliorata nel 2019, quando la Fed ha frenato i rialzi dei tassi, creando un contesto “silverlocks”. Il ritorno ad una politica monetaria accomodante è stato accolto positivamente dai mercati, ma alla lunga li ha indeboliti. L’apprezzamento delle quotazioni è stato alimentato dal basso costo del denaro piuttosto che dalla crescita economica, perciò le valutazioni sono estremamente precarie.

Anche l’indice VIX, il cosiddetto “indice della paura” del mercato azionario si trova attualmente su livelli di oltre il 30% inferiori alla media degli ultimi 30 anni. Ciò è in parte attribuibile al numero record di posizioni nette negative detenute sull’indice dagli hedge fund, che hanno toccato i massimi degli ultimi 15 anni. Queste strategie aggressive sono preoccupanti per molti operatori di mercato, memori delle conseguenze di una politica monetaria troppo espansiva, come quelle manifestatesi a febbraio 2018, quando molti ETF sulla volatilità erano implosi creando un vero e proprio “vixmageddon” che aveva esacerbato le turbolenze del mercato azionario.

Asset allocation: gli investitori sono alla ricerca di un porto sicuro

Gli investitori sono davanti ad un vero e proprio dilemma e cercano un porto sicuro. SYZ Asset Management sostiene che questo possa essere rappresentato da soluzioni con bassa correlazione sia con i mercati azionari che con quelli obbligazionari, ma rendimenti a lungo termine elevati, e che abbiano un universo di investimento globale ampio, che consente di affrontare i rischi idiosincratici diversificando le posizioni a livello di regioni, paesi, settori, attività, stili e dimensioni. Così è possibile generare alpha sfruttando tutte le opportunità disponibili, ovunque si trovino, senza lasciarsi influenzare dai rialzi dei mercati o dai movimenti dei tassi. Un approccio sistematico offre il vantaggio di eliminare i fattori emotivi, specialmente nei periodi di maggiore incertezza. È fondamentale anche garantire un ribilanciamento con cadenza almeno trimestrale e un processo di gestione del rischio rigoroso, che assicuri la neutralità al beta e gli obiettivi di volatilità.

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