UBS: utili in crescita, ma soffre il wealth management

Conti in crescita nel secondo trimestre per UBS, che ha chiuso il periodo aprile-giugno con un utile netto di oltre 1,4 miliardi di dollari, in progressione dell’1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, battendo le previsioni degli analisti che si attendevano una performance in calo. “Ancora una volta il nostro modello operativo ha dimostrato la sua forza e la sua capacità di generare ritorni competitivi persino in condizioni di mercato lontane da quelle dello scorso anno”, afferma in una nota il timoniere Sergio Ermotti.

Il risultato ante imposte rettificato a livello di gruppo è stato di 1787 milioni di dollari (come noto dall’anno scorso la banca presenta i conti nella valuta americana), con una flessione del 2% su base annua. Il rapporto costi/ricavi si è attestato al 76,1%.

Tuttavia ha sofferto il comparto Global Wealth Management, che ha generato un utile ante imposta rettificato di 886 milioni, in calo del 12% rispetto al medesimo periodo del 2018. La raccolta netta di denaro è risultata negativa per 2 miliardi di dollari, principalmente dovuta alla situazione negli Stati Uniti, in funzione dei deflussi stagionali legati al pagamento delle imposte, mentre nelle altre regioni si sono registrati afflussi.

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