Cresce l’ottimismo per il private equity

Aziende di medie dimensioni, con una propensione internazionale e un potenziale in buona parte inespresso. Sono i principale target dei fondi di private equity. Il secondo semestre dell’anno dovrebbe essere positivo per il mercato italiano, secondo il Deloitte Private Equity Confidence Index, costruito ponderando le risposte raccolte nel sondaggio. L’indice mostra un leggero miglioramento rispetto al semestre precedente, a quota 94, con un numero di operazioni atteso non inferiore a 60.

Secondo il report, le aspettative degli operatori di Private Equity e di Venture Capital per il secondo semestre 2019 mostrano segnali positivi in merito all’attuale ciclo congiunturale e ai volumi di attività di PE rispetto al semestre precedente.

“Il Deloitte Private Equity Confidence Index, indice che sintetizza le risposte raccolte tra gli operatori del settore, riporta un valore di 94 nel secondo semestre del 2019, in leggero miglioramento rispetto ai valori del semestre precedente” – commenta Elio Milantoni, Partner di Deloitte Financial Advisory Services e M&A leader.

Le previsioni in merito alla congiuntura economica mostrano un sentiment positivo da parte degli operatori, con il 63,2% dei rispondenti che si attendono uno scenario economico piuttosto stabile. Aspettative stabili per quanto riguarda il numero di deal attesi: il 63,2% degli operatori si attende un numero invariato di operazioni per il prossimo semestre.

“Il valore dei portafogli PE sarà, ad avviso del 55,6% degli intervistati, in aumento rispetto ai valori di acquisto. I restanti operatori prevedono un valore costante dei propri investimenti. Questo dato, mostra un segnale di tenuta delle valutazioni nel prossimo semestre – commenta Elio Milantoni. Riguardo agli obiettivi di rendimento (IRR) giudicati accettabili, la maggioranza degli operatori (81,5%) colloca le aspettative nella fascia intermedia (15%-25%)”.

Le operazioni di LBO/Replacement si confermano la tipologia di maggior interesse (60,5% degli intervistati), seguite da operazioni di Capital Expansion(18,4%) e di supporto a MBO/MBI (10,5%). Inoltre è in aumento l’interesse verso settori come Food & Wine (+4,8%), Packaging (+5,2%) e del Luxury (+2,6%). Si riduce invece il focus sui settori Retail, Life Sciences & Healthcare e Media & Communication, per quanto rimangano settori di primario interesse per gli operatori del settore.

In aumento la percentuale di investitori secondo i quali i valori di cessione saranno stabili (72,2%) o in calo (16,7%) rispetto al primo semestre 2019.

Si prevede una riduzione rilevante delle exit tramite Trade Sale (indicate dal 48,6% degli intervistati, in riduzione di 9,5 punti rispetto al semestre scorso), a fronte di un incremento della percentuale degli intervistati che segnala la possibilità di exit tramite IPO (+5,4 punti percentuali) e MBO/buy-back (+4,9 punti percentuali).

In leggera diminuzione la percentuale di investitori in PE intervistati che individua nelle banche commerciali la fonte principale di finanziamento (da 80% a 72,2%). In aumento invece i finanziamenti tramite banca di investimento (+9,2 punti percentuali).

Le aspettative di struttura finanziaria dei nuovi deal mostrano una leggera crescita della preferenza per strutture finanziarie con un maggior utilizzo della quota di equity.” osserva Elio MilantoniIn crescita dal 25,6% al 32,4% la percentuale degli intervistati che prevede, infatti, di finanziare i propri investimenti futuri con una quota di equity compresa tra il 61,0% ed il 100,0%.

Si segnala un leggero aumento negli spread medi applicati. Il 45,7% degli operatori intervistati ha finanziato le proprie operazioni con uno spreadsull’Euribor superiore a 250 basis points. Inoltre, come emerso nella recente “Global Family Business Survey 2019” di Deloitte si registra una tendenza decisamente marcata da parte delle imprese familiari a cedere il controllo della propria impresa (64% degli intervistati) in cambio di maggiore successo finanziario nel lungo periodo. Questo denota una maggiore maturità e consapevolezza da parte delle imprese italiane che, probabilmente, si rendono conto di come la carenza di risorse finanziarie possano limitare la capacità d’innovazione dell’azienda e le possibilità di rimanere al passo con la concorrenza. “La cessione ad un fondo di private equity risulta una delle opzioni migliori per le aziende che si trovano a dover affrontare il problema rappresentato dal passaggio generazionale della leadership aziendale” osserva Elio Milantoni.

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