Pinault, un impero in passerella

Quando si pensa all’industria del lusso non si può fare a meno di parlare di Kering, conglomerato francese con base a Parigi, che detiene in portafoglio alcune delle maison internazionali più autorevoli del fashion system come Balenciaga, Saint Laurent e Alexander McQueen, ma anche italianissime come Gucci, Bottega Veneta e Brioni. Alla base del successo della società vi è la mente imprenditoriale dell’ottantaduenne François Pinault, oggi presidente onorario del gruppo, che secondo l’ultima stima di Forbes si colloca insieme alla sua famiglia alla 30esima posizione della classifica Billionaires 2019 con un patrimonio netto di 34,6 miliardi di dollari.

 

Di padre in figlio

Prima di approdare nel mondo del lusso, François Pinault, che ha trascorso l’infanzia nelle campagne francesi, ha iniziato la sua carriera nel 1963 lavorando nell’azienda di legno e materiali da costruzione di famiglia. Nasce nel 1936 a Les Champs-Géraux, piccolo comune francese situato nel dipartimento della Côtes-d’Armor, e per un breve periodo frequenta da adolescente il College Saint-Martin a Rennes lasciando però poi gli studi all’età di 16 anni per dedicarsi agli affari di famiglia. Tra le passioni del magnate anche l’arte: secondo gli esperti infatti Pinault possiede una delle più grandi collezioni private al mondo per un totale di 3mila opere dal valore di 1,2 miliardi di dollari (tanti i pezzi storici di artisti contemporanei come Andy Warhol). Una passione che coinvolge anche il famoso edificio veneziano Palazzo Grassi, acquistato nel 2005, e la celebre casa d’aste Christie’s, passata nelle mani dell’imprenditore nel 1998. Tra le altre cariche del manager anche quella di direttore del gruppo Artemis (la società famigliare che controllava Pinault-Printemps-Redoute), di proprietario di Chateau Latour, uno dei più prestigiosi vigneti francesi a Pauillac e del “Vail Ski Resort”, albergo di lusso nel Colorado. Last but not least, anche il business degli yacht di lusso con la linea di crociere Ponant. Sposato dal 1970 con Maryvonne Pinault, il magnate ha 3 figli. Il più grande, François-Henri, è l’attuale amministratore delegato del gruppo Kering che, sotto la sua direzione, ha acquistato altre griffe di moda e oggi conta 12 marchi legati al luxury.

 

Il caso Gucci

Il primo colpo nel settore della moda arriva nel 1994 quando la sua Pinault-Printemps-Redoute assume il controllo del 42% di Gucci per 3 miliardi dopo una battaglia di oltre due anni con il rivale Bernard Arnault, numero uno del gruppo LVMH (nel 2004, Pinault-Printemps-Redoute acquisì quasi tutte le azioni rimanenti del gruppo Gucci raggiungendo il 99.4%). Battaglia così dura che il New York Times la descrisse come “uno dei combattimenti più aspri della storia aziendale”. Un investimento ad ampio raggio (la causa si è svolta nei tribunali di Amsterdam), che permette all’imprenditore di acquisire anche il marchio Saint Laurent (allora ancora Yves Saint Laurent) e poi all’inizio degli anni 2000 anche l’italiana Bottega Veneta e la spagnola Balenciaga.

 

La nuova generazione

Il 22 marzo 2013, PPR cambia nome in Kering (dall’inglese caring) e concentra il suo core business nei beni di lusso. Due anni dopo il figlio di François Pinault, François-Henri Pinault, diventa presidente e amministratore delegato di Kering e persegue la stessa mission del padre con un focus particolare sul marchio di punta Gucci, primo acquisto dell’azienda, e oggi insegna più performante (nel primo trimestre del 2019 la maison fiorentina ha messo a segno ricavi per oltre 2 miliardi di euro, in progressione del 24,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente, sui totali 3,785 del gruppo che ha fatto il suo debutto in Borsa nel 1988). François-Henri Pinault si è laureato presso la HEC School of Management nel 1985. Durante gli studi, ha cofondato la compagnia CRM Soft Computing insieme ai colleghi del corso e ha fatto uno stage a Parigi presso Hewlett-Packard (nota anche con la sola sigla hp) come sviluppatore di database. Il suo percorso formativo dopo la laurea prosegue con il servizio militare nel consolato francese a Los Angeles. La sua carriera decolla nel 1987, quando diventa dopo direttore del dipartimento di acquisizioni di PPR e qualche anno dopo diventa presidente di CFAO e ceo di Fnac nel 1997. Nel 2008 nasce la Fondazione Kering, ente che ha l’obiettivo di promuovere i diritti delle donne contrastando episodi di violenza, che spiana la strada per la nascita nel 2015 di “Women in Motion”, programma lanciato in collaborazione con il Festival di Cannes, impegnato a fornire visibilità e parità alle donne che lavorano nell’industria cinematografica.

 

Questione di famiglia

Pinault è stato sposato con Dorothée Lepère dal 1996 al 2004, insieme a lei ha avuto due figli, Francois (nato nel 1998) e Mathilde (nata nel 2001). Dopo il divorzio dalla prima moglie, il capo di Kering incontra nella primavera del 2006 Salma Hayek, attrice e produttrice messicana, con la quale ha avuto Valentina Paloma. E nonostante si siano sposati il 14 febbraio 2009 a Parigi con rito civile, la stampa scandalistica ha avuto da ridire perché nello stesso periodo François-Henri Pinault è stato in causa con la supermodella canadese Linda Evangelista per il figlio Augustin James, nato l’11 ottobre 2006, per cui è stata dimostrata la sua paternità biologica.

Il futuro

Per il gruppo Kering, che nel 2016 si è trasferito al numero 40 di rue de Sèvres nel cuore del 7° arrondissement di Parigi, la beneficenza è sempre stata una priorità. Tanto che la famiglia Pinault ha promesso 110 milioni di europer la ricostruzione della cattedrale di Notre Dame a seguito dell’incendio dell’aprile 2019. Oggi, nella strategia della società c’è soprattutto il rafforzamento del canale digitale. Lo scorso autunno, Kering ha annunciato infatti la fine della sua collaborazione in ambito digitale con Yoox-Net-a-Porter, che dal 2012 gestiva l’e-commerce di tutti i brand del gruppo tranne Gucci. Risultato della manovra sarà che, a partire dalla metà del prossimo anno, tutte le attività di vendita online saranno gestite internamente al gruppo.

Intanto, nel mese di maggio il gruppo transalpino ha posto fine a un lungo contenzioso con l’Agenzia delle entrate italiane in merito a una contestazione di evasione fiscale. Kering si è impegnata a pagare 1,25 miliardi di euro, il risarcimento più alto mai versato al fisco.

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