I clienti facoltosi puntano sui prodotti indicizzati

Meglio non prenderle. Secondo uno studio di Blackrock, i clienti italiani del wealth management hanno come priorità dal lato prodotto quella di incrementare l’esposizione verso gli indicizzati. Un trend favorito non solo dalla crescente disponibilità di Etf, ma anche dai cambiamenti normativi in atto.

Il patrimonio investito in fondi indicizzati a livello europeo ha superato i 940 miliardi di dollari a fine settembre 2019 rispetto ai 780 miliardi di dollari a fine dicembre 2018. In questo contesto, segnala lo studio, si registra un crescente interesse degli investitori italiani verso gli Etf, con una previsione di significativa accelerazione nei prossimi due anni della percentuale di portafogli investiti in fondi indicizzati e Etf. In particolare, quattro sono i fattori principali che guideranno il cambiamento:

  1. Evoluzione del modello di business– Nell’ultimo anno il mercato italiano della distribuzione ha subito una trasformazione significativa in termini di modello di business. I principali gestori patrimoniali stanno progressivamente centralizzando i processi di investimento e le decisioni di asset allocation, attraverso utilizzo di modelli e soluzioni di investimento, che consentono ai consulenti di dedicare maggior tempo alla relazione con i propri clienti e di ampliare l’offerta di servizi disponibili. In parallelo, la maggiore trasparenza sulle commissioni ai sensi della direttiva MiFID II sta portando chiarezza sulle singole voci di costo e favorendo l’utilizzo di ETF e fondi indicizzati al centro dei portafogli.

  1. I portafogli attivi “lavorano di più” con l’indicizzazione– Una comprensione più granulare delle diverse fonti di rendimento e una maggiore attenzione all’efficienza stanno promuovendo il consenso sull’efficacia delle strategie indicizzate all’interno dei portafogli attivi.

Gli investitori guardano con attenzione il mix di strategie combinate, tra alpha, fattoriali e indicizzate, volte al superamento dell’obsoleta dicotomia tra gestione attiva o passiva e si concentrano sulla costruzione di efficienze all’interno del proprio portafoglio con un duplice obiettivo: contenimento dei costi complessivi per focalizzarsi su fonti reali di “alpha” o fonti alternative, per cui gli investitori sono disposti a pagare una extra-fee, gestione dei rischi e riduzione dei costi di governance.

  1. Il motore della gestione patrimoniale digitale:con l’affermarsi della gestione patrimoniale digitale, come nuovo paradigma che rende accessibili gli investimenti ad un panel sempre più ampio di persone, l’indicizzazione spesso riveste il ruolo di “motore nascosto”, che fornisce “i mattoncini” per portafogli scalabili in base a diversi stili di investimento e modificabili efficacemente in linea con la crescita degli asset.

  1. Crescente scelta di“wrapper” – I gestori patrimoniali italiani sono sempre più organizzati per fornire soluzioni di investimento costruite con ETF e fondi indicizzati. Questo sviluppo sta aprendo nuove opportunità di scelta per gli investitori che desiderano costruire portafogli sempre più efficaci e diversificati.

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