Consulenti, il fee only piace ai ricchi

La consulenza finanziaria fee only piace agli investitori  di fascia alta, classificati nell’industria del risparmio gestito come Private o Hnwi. A dirlo è stato Nicola Ronchetti, fondatore del think tank Finer finance explorer, intervenuto a Verona al Fee only summit, la manifestazione organizzata da Consultique e dedicata al mondo della consulenza autonoma, pagata appunto esclusivamente con le fee versate dalla clientela, senza legami economici tra gli advisor e chi fabbrica i prodotti finanziari (cioè le case di gestione). Ronchetti ha messo in evidenza come, in base ai dati di Finer, ben  l’89% degli investitori classificati come Hnwi (cioè con un patrimonio superiore al milione di euro) mostra interesse per la consulenza fee only. Questa percentuale, pur rimanendo alta, scende un po’ più in basso (67%) tra la clientela private, con un  patrimonio superiore a 500mila euro. Ronchetti ha messo tuttavia in evidenza come, nonostante i dati sopra enunciati,  soltanto un consulente finanziario su cento in Italia opera oggi come professionista fee only. Per Ronchetti ci sono difficoltà oggettive derivanti dalla difficoltà di far comprendere ai clienti la ragionevolezza del pagamento di una parcella (fee) per il servizio di consulenza ricevuto. “Il mondo dei consulenti autonomi è ancora piccolo ma è comunque in crescita”, ha detto Ronchetti, “e cresce anche il numero di chi scommette su di loro. Io sono tra quelli”

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