Mediobanca, tentazione Fineco

Il Sole 24 Ore in edicola torna sulle ipotesi di acquisizione nel wealth management da parte di Mediobanca. Tramontata l’ipotesi Banca Generali, dato che vi sarebbe un ovvio conflitto d’interesse legato al fatto che l’istituto di Piazzetta Cuccia è azionista della controllante Generali, nelle scorse settimane si è fatto il nome di Azimut, considerata però poco attraente da Mediobanca.

Restano sul terreno Allianz Bank e Fineco. Le attenzioni del mercato si vanno concentrando soprattutto su quest’ultima, dalla quale è progressivamente uscita Unicredit. Il giornale riporta rumors in merito a contatti tra lo stesso Nagel e Alessandro Foti, numero uno di Fineco. Un’operazione di questo tipo consentirebbe a Mediobanca, che ha già CheBanca, di rafforzarsi sensibilmente nel wealth management in maniera decisiva, dotandosi di una potenza di fuoco che permetterebbe di generare importanti economie di scala. D’altra parte, la stessa Fineco potrebbe trovare un nuovo assetto convincente, dopo essere divenuta una public company.

D’altro canto, ricorda il giornale, un’operazione di questo tipo non sarebbe concretizzabile nel breve termine. Mediobanca attualmente capitalizza infatti quasi 9 miliardi contro i quasi 7 miliardi di Fineco. Una fusione, sia nella versione carta contro carta che in quella – solitamente prediletta da Nagel – mista carta/cash non sarebbe facile da costruire nonostante gli azionariati siano simili vista la natura di pubblico company di entrambe le società. E sullo sfondo resta Leonardo Del Vecchio, cresciuto sensibilmente nell’azionariato di Piazzetta Cuccia e intenzionato a cambiare rotta e management dell’istituto milanese.

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