Aipb forma i banker del futuro

di Simona Maggi

Negli ultimi 10 anni l’Italia ha perso posizioni nella classifica europea della ricchezza pro-capite e del reddito disponibile dei suoi cittadini, ma conserva ancora un peso rilevante. Con il 12% della popolazione europea e il 14% della ricchezza privata, la vera sfida è non lasciare che le proprie energie giovanili si disperdano fuori dai confini nazionali e diventare, allo stesso tempo, molto attraente per i giovani che risiedono all’estero.

 

Sfida per il futuro

È noto come la dispersione del capitale umano delle nuove generazioni venga considerato uno tra i segnali più preoccupanti del declino del paese. Ne è infatti allo stesso tempo causa e conseguenza: meno il paese cresce e offre opportunità, più i giovani ben preparati e dinamici se ne vanno. Al contrario, più si valorizzano le energie giovanili, più spinta si ha per fare crescere il paese. Capacità e competenze delle nuove generazioni sono considerate la risorsa principale per produrre crescita nelle economie mature del Ventunesimo secolo. In Italia questa risorsa è scarsa per l’accentuata denatalità, per la ridotta incidenza di laureati rispetto alle altre economie avanzate, ma anche per la maggiore facilità con cui la sprechiamo e la disperdiamo. Deteniamo in Europa anche il record di Neet, ovvero di under 35 che dopo aver concluso gli studi non riescono ad entrare saldamente nel mondo del lavoro.

 

Guerra dei talenti

Nella costruzione di squadre vincenti per le sfide di questo secolo è in atto una guerra per i talenti, intesi nella loro accezione più ampia, che riguarda non solo le aziende, ma i sistemi paese più in generale. Tale guerra, ci dicono le sottrazioni annuali di laureati e dottori di ricerca, l’Italia la sta perdendo rischiando di scivolare sempre più ai margini dei processi più solidi e virtuosi di crescita dei prossimi decenni.

I contesti che si collocano al centro di tali processi sono invece proprio quelli che offrono opportunità alle nuove generazioni: i giovani partono per andare dove le cose accadono, per farsi parte attiva del mondo che cambia. Ciò è del tutto naturale che avvenga. Il problema non è la mobilità dei giovani in sé,  ma i motivi che rendono l’Italia un polo sempre meno attrattivo all’interno dei processi che – attraverso le energie e le intelligenze delle nuove generazioni – forniscono spinta e direzione alla produzione di nuovo benessere.

 

Formazione specialistica

Cosa fare dunque? Ogni settore, ogni gruppo di interesse può dare un reale contributo per provare a invertire il trend. Per passare dalla consapevolezza ad una proposta concreta, l’industria del private banking ha deciso di buttare il cuore oltre l’ostacolo e investire in un progetto dedicato ai giovani neolaureati. L’industria vuole attrarli, facendo loro conoscere la rilevanza che sta assumendo per la crescita del Paese assicurare una corretta gestione della ricchezza delle famiglie. Vuole offrire opportunità di crescita e creare i presupposti per poter passare il testimone della relazione fiduciaria che esiste oggi tra i nuclei familiari benestanti italiani e i loro principali consulenti, i private banker. Con questo scopo ha chiesto all’Associazione italiana private banking di creare un master professionale che coinvolga istituzioni, università, professionisti e opinion leader. L’obiettivo è creare una “nuova generazione di professionisti”, a cui dare l’opportunità di fare la differenza per la crescita dell’industria private e, con lei, quella del paese.

 

Ricambio generazionale

Per le nuove generazioni più che le condizioni attuali offerte da un territorio, o da una azienda, conta sentirsi parte attiva di un processo credibile di miglioramento. Vogliamo favorire sia la scelta di restare nel paese sia quella di tornare dopo un periodo passato all’estero portando come arricchimento il valore aggiunto di tale esperienza. Se la politica non ci pensa, noi sì partendo dalla scelta netta e coraggiosa a favore del ringiovanimento di questa professione.  Nella partita della nazionale non vogliamo che i giovani rimangano in panchina o, peggio, non regaliamoli alle altre squadre concorrenti.

Il master, in partenza a maggio, avrà una durata otto mesi con frequenza a tempo pieno e sarà seguito dalla formazione sul campo, si svolgerà a Milano. Aggiornamenti saranno disponibili a breve sul sito Aipb.it.

 

 

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