Credit Suisse, resa dei conti ai vertici

Si prevede un cda di fuoco dalle parti di Credit Suisse. Dopo la spy story che ha coinvolto la banca svizzera nelle scorse settimane, infatti, con la rivelazione di pedinamenti commissionati dall’istituto a una società di investigazioni private per spiare l’ex capo della gestione patrimoniale, Iqbal Kahn, prima del suo passaggio a Ubs, il ceo della società, Tidjane Thiam, si prepara a vivere una giornata di passione. Da una parte, come riporta MF Milano Finanza, c’è il presidente Urs Rohner, il quale sarebbe pronto a promuovere una sua crociata per disarcionare dalla guida dell’istituto il ceo in carica. Dall’altra però ci sarebbero diversi grandi soci disposti a schierarsi dalla parte di Thiam: in prima linea, infatti, c’è l’americana Harris Association, primo azionista singolo, con il 5,8% del capitale. Addirittura, il fondo saudita Olayan Group (4,9% del capitale), in una lettera indirizzata al cda ha esortato i soci a rinnovare la fiducia a Thiam e, piuttosto, a licenziare Rohner qualora non facesse altrettanto. Allo stesso modo, il gestore londinese Silchester International Investors, azionista di Credit Suisse al 3,3%, ha invitato Rohner a dimettersi se non sostiene più il ceo.

Tuttavia, sebbene la compagine a sostegno di Thiam sia numerosa e compatta, conclude MF,  per conoscere il destino del ceo bisognerà attendere gli sviluppo delle indagini della Finam, l’autorità che vigila sui mercati finanziari elvetici, che potrebbero convergere verso il ceo a altri top manager, rei di non aver vigilato adeguatamente sulle politiche dell’azienda.

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