Consulenti, il private asset diventa democratico

Con i tassi ai minimi e le azioni ben al di sopra delle medie storiche, cresce l’interesse del mercato verso i private asset, cioè investimenti in titoli non quotati. Un settore che va dal private equity al private debt, dal real estate alle infrastrutture. Rispetto alle società presenti sul listino, l’investimento in questo ambito è meno liquido e in cambio c’è la prospettiva di ottenere rendimenti più elevati.

Così la nuova tendenza è ad aprire le porte di questi investimenti un tempo appannaggio solo degli investitori istituzionali oggi anche alle famiglie, in particolare quelle del private banking. Qualche esempio? Azimut ha abbassato a 5 mila euro l’entrata nei fondi chiusi. Dea Capital  sta aspettando l’ok di Consob per collocare Dea Private Equity International, in partnership con Fineco. L’entrata è di 50 mila euro per 200 milioni come obiettivo di raccolta. Amundi offre PI Solutions – Eltif Leveraged Loans Europe ha una classe A con soglia di 10mila euro. Infine  Intesa Sanpaolo Private Banking ha invece creato la famiglia Fai, fondi alternativi dedicati ai mercati privati. L’importo minimo è 100mila euro che devono restare investiti per nove anni.

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