Pb, la ricetta di Prader Bank

 

Massimiliano Carrà

 

“Il 2019 è stato il nostro anno migliore in assoluto. Per il 2020 il focus è sulla sostenibilità”. Così Josef Prader, amministratore delegato e fondatore di Prader Bank, in questa intervista a PRIVATE tira le fila dell’anno appena trascorso e fissa gli obiettivi del 2020 della prima banca privata indipendente del Trentino Alto Adige.

 

Con quale obiettivo è nato l’istituto e quale è il vostro ruolo all’interno del settore del private banking?

Prader Bank è nata per porsi come alternativa alla prassi consolidata della semplice “vendita prodotto”, in quanto non tiene conto delle esigenze del cliente e ha come obiettivo principale la massimizzazione del guadagno per la banca. Infatti consideriamo il patrimonio come un insieme complessivo, e poi il patrimonio finanziario è solo uno degli aspetti da gestire all’interno di un global advisory. Per questo siamo una banca con una struttura di family office interna. Per noi il private banking sta per wealth management.

 

Quali sono le strategie principali su cui si basano le vostre attività e i servizi che offrite ai vostri clienti?

Nella financial advisory, seguiamo un processo di consulenza indipendente e certificato per la qualità, secondo la normativa ISO 9001 (processo di consulenza proFA) nonché, nella gestione dei portafogli e del rischio, sulla base di concetti scientificamente fondati e testati. Offriamo questo servizio sia ai clienti benestanti, sia in ambito b2b a banche retail che non dispongono di un servizio di consulenza indipendente.  Tutte le tematiche che vanno oltre il patrimonio finanziario sono invece trattate all’interno del nostro family office. In questo ambito offriamo wealth planning inteso come global advisory, business advisory per particolari esigenze aziendali, nonché il bringing together di partner, come ad esempio la realizzazione di bandi per offerte atte a risolvere specifiche tematiche.

 

Come avete chiuso questo 2019 in termini di fatturato, utili e clientela anche in rapporto agli anni precedenti?

Il 2019 è stato il migliore anno nella storia di Prader Bank, sia dal punto di vista economico, sia per la qualità e l’innovazione. Anche se i tassi di interesse sono rimasti molto bassi, tuttavia i mercati si sono mostrati molto favorevoli e, grazie all’applicazione dei nostri modelli di stock picking come il Best (Best Equity Stocks) e come l’Ecs (Economic Cycle selection), unitamente a un’attenta gestione del rischio basato su ricerche scientifiche, si è potuto rilevare un impatto molto positivo sui portafogli della nostra clientela.

Si deve aggiungere che il nostro coefficiente di solvibilità, Cet-1, è costantemente stabile al 40%. Questo rappresenta un segnale forte perché dimostra che la banca è sana e che il patrimonio finanziario affidatoci dai clienti viene investito in modo sicuro e certificato.

Come sta evolvendo il mondo del private banking in Italia e quali sono le differenze essenziali rispetto agli altri Paesi europei?

Il private banking, inteso come wealth management complessivo, ha poca tradizione in Italia se confrontato con i Paesi anglosassoni o con la Svizzera e la Germania. Non è un caso infatti se nelle nostre banche tradizionali si ferma alla sola vendita di prodotti finanziari e alla logica basata sui promotori finanziari. Negli altri paesi, invece, solitamente le famiglie benestanti fondavano una loro banca in grado di gestire non solo le attività finanziarie, ma anche tutte le esigenze familiari legate al patrimonio, in maniera riservata e personalizzata. E Prader Bank nasce proprio seguendo questa scia.

Quanto incidono i fattori di incertezza geopolitica e macroeconomica come i dazi, la Brexit e le misure della Bce e della Fed?

L’enorme immessa dalle banche centrali sta condizionando in positivo l’andamento dei mercati finanziari. Il 2019 è stato un anno che si è chiuso con performance positive a due cifre nel mondo azionario, obbligazionario e delle materie prime. Le tensioni commerciali tra Usa e Cina e non solo, per non omettere la Brexit, anche se hanno condizionato i mercati, hanno giocato un ruolo secondario. Nel 2020 però anche una piccola scintilla potrebbe scatenare un fuoco di vaste dimensioni.

 

Quale è la vostra visione per questo 2020 e quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati?

Nel 2020 il nostro focus principale sarà la sostenibilità. Tant’è che per garantire un’offerta appetibili ai nostri clienti costruiremo appositi modelli di portafoglio improntati proprio su questo tema. Lo faremo sulla base anche di diversi studi da cui è emerso che gli investimenti sostenibili fanno bene non solo all’ambiente, ma anche ai portafogli dei clienti.

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