Cassa Lombarda punta sugli Etf

Personalizzazione del servizio e innovazione di prodotto. Sono le due strade sulle quali punta Cassa Lombarda, come racconta il vice direttore generale Filippo Casolari (nella foto)

 

Come state gestendo, a livello di portafogli, l’impatto delle vicende legate al coronavirus?

Già da fine gennaio abbiamo avuto due sessioni straordinarie con i comitati investimenti di gruppo per riorganizzare il rischio del portafoglio. Lo abbiamo fatto in due modi: il primo tramite una riduzione dell’azionario del 20% in meno rispetto ai benchmark, il secondo sovrappesando i safe asset, ovvero treasury Usa e oro. In più abbiamo incrementato la componente strategica alternativa, il cui esito in termini di rendimenti non è riconducibile all’andamento dei mercato ma è da concepire come componente di stabilità. Si tratta di strategie liquide Ucits con liquidità giornaliera o settimanale, di derivazione hedge che fanno riferimento a operazioni di arbitraggio sui tassi, o trend follower, market neutral e long short. Abbiamo poi azzerato l’obbligazionario emergente in valuta locale.

 

Quali sono la strategia e il modello di servizip di Cassa Lombarda?

Al regime di repressione finanziaria, c’è l’ulteriore complessità dello scenario regolamentare e normativo di Mifid 2. Un regime di tassi bassi abbinato al contesto della trasparenza sui costi è un tema estremamente delicato che esige un livello di attenzione e di sofisticazione da cui non si può prescindere. Il nostro modello di servizio punta alla personalizzazione, cioè alla capacità di offrire una risposta in funzione delle esigenze specifiche di ogni gruppo familiare. Essendo banca, diamo un servizio efficace che non vuole dire fare il supermercato di tutto ma avere le tessere del mosaico utili per dare risposte. Lavoriamo in open architecture: abbiamo relazioni con decine di case prodotto e godiamo dell’indipendenza dalla fabbrica dato che non abbiamo una sgr di riferimento. E siamo innovativi: abbiamo un team all’interno della sezione wealth che trova le soluzioni più convenienti sul mercato, sviluppiamo comparti di cui siamo gestori delegati e stringiamo co-partnership con cui si fa value proposition.

 

Come è strutturata la direzione wealth?

Ci sono due aree e 15 persone coinvolte: quella dell’asset management (due team, uno che si occupa di gestioni individuali e uno collettive) e quella dell’advisory (due team, uno di active advice su prodotti, mercati, generazione di idee di investimento e uno che si inserisce nel processo di consulenza evoluta attraverso un ufficio apposito per creare soluzioni di gestione patrimoniale). Interagendo con il cliente si capisce se fare un modello di gestione o uno di consulenza evoluta. Poi abbiamo la parte di analisi macro e di indirizzo strategico di alto livello sull’asset allocation. C’è un’interazione molto forte tra noi che inizia dal comitato investimenti a cadenza mensile. Per i servizi fiscale, legale e di patrimonio artistico abbiamo sposato un modello che prevede l’appoggio di soggetti esterni.

 

In cosa consiste il servizio di consulenza evoluta?

Abbiamo costruito una tecnologia proprietaria a supporto. Si tratta di un robo for advisory, un processo che fa perno sull’ufficio di customize solution, promotore delle attività proposte al cliente. L’infrastruttura tecnologica lo rende più efficiente e personalizzato, esclude soluzioni di mercato troppo rigide. Personalizzare, inoltre, significa formare il cliente, soprattutto in un mutato contesto di mercato. Mi vengono in mente le sessioni formative che abbiamo fatto in occasione del lancio dell’Eltif.

 

Avete da poco lanciato il Blackrock Private Equity Opportunities Eltif, primo veicolo disponibile alla clientela della banca. Ci spiega come nasce la collaborazione con il gigante americano del risparmio gestito?

Il mondo del private equity sotto forma di Eltif riflette molto i valori intrinseci delle società su cui si va a investire. Questo strumento è una rivoluzione come logica di prodotto perché ha portato questa forma di investimento a una platea più ampia. Il regulator ha fatto bene a togliere il vincolo secondo cui questo strumento era riservato agli investitori professionali o istituzionali. Nella nostra accezione abbiamo previsto un taglio minimo da 150mila euro e quindi la nostra clientela private può accedervi. Il periodo di collocamento si chiude a fine 2020 e molti investitori hanno dato riscontro positivo. Blackrock ci ha messo a disposizione i suoi specialisti di private market.

 

Quali novità attendersi nei prossimi mesi a livello di prodotti?

Daremo più efficienza al costo di prodotto. Inoltre il grande valore aggiunto è la partnership a cui ho fatto accenno che prevede il lancio di una gestione patrimoniale investita in Etf insiema un’altra società di cui non posso fare ancora il nome. Quest’ultima fornirà advisory sull’asset allocation strategica. Questo è un modo di avere un modello di architettura aperta sulle gestioni patrimoniali. Il prodotto in sé non impone una soglia di ingresso ma per noi ha senso dai 250mila euro in su.

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