Il banchiere che ama il calcio punta sulla Svizzera

Massimiliano Carrà

 

L’ultima novità è l’apertura della filiale svizzera dopo aver chiuso l’acquisizione di Bank am Bellevue annunciata a inizio maggio. Quintet fa un altro passo nel processo di espansione internazionale della realtà lussemburghese di wealth management, che strizza l’occhio al mondo arabo.

 

Partner di lunga durata

“Preservare e accrescere la ricchezza di ogni cliente attraverso le generazioni”. È quanto recita il sito internet della private bank fondata nel 1949, che conta 50 uffici in tutta Europa (tra Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna, Svizzera e Regno Unito), 2mila dipendenti, 400 private banker, 200 specialisti d’investimento e 80 miliardi di euro tra beni in gestione e in custodia. Dopo aver festeggiato i 70 anni dalla sua nascita, il gruppo nel 2020 ha iniziato una vera e propria rivoluzione semiotica, oltre che evolutiva.

Una scelta in linea con l’evoluzione del mercato internazionale, che fin qui la banca ha seguito con successo. Ripagando così l’investimento dell’azionista di controllo, che dal 2012 Precision Capital (che ne detiene il 99,9%), una holding bancaria lussemburghese controllata da membri della famiglia Al Thani, i sovrani del Qatar (che in Europa ha diversi asset, tra cui la squadra di calcio del Paris Saint Germain), e diretta dal ceo George Nasra, che ricopre anche il ruolo di Vice Presidente del cda di Quintet Private Bank.

 

Nuova denominazione
Tant’è che proprio nel gennaio di quest’anno ha deciso di cambiare il nome dell’istituto, trasformando lo storico “Kredietbank Luxembourg” in “Quintet Private Bank”. Contestualmente, all’inizio del mese di maggio, ha messo nel suo “mappamondo virtuale” un’altra bandierina, quella svizzera, dopo aver ottenuto dalle autorità dei Cantoni il via libera all’acquisizione di Bank am Bellevue, che ha portato in dote asset per 1,6 miliardi di franchi svizzeri (poco più di un miliardo e mezzo di euro) e 40 dipendenti, che l’acquirente intende raddoppiare entro fine anno con l’arrivo di nuovi banker. La nuova realtà, ossia Quintet Private Bank Switzerland, è stata affidata a Emmanuel Fievet e a Bruno Pfister, rispettivamente nominati ceo e presidente del cda. Inoltre, da quanto annunciato dalla stessa azienda, quella elvetica non sarà l’unica operazione, in termini di espansione globale, del gruppo. Entro fine anno, infatti, è attesa la nascita di una nuova filiale anche in Danimarca, precisamente nella città di Copenaghen.

I fondamenti dell’attività

Guidata da Jakob Stott (nominato ceo ad interim dopo la morte prematura di Jürg Zeltner avvenuta a fine marzo), la private bank ha deciso di cambiare nome ispirandosi, come ha dichiarato lo stesso Stott, “al fascino universale della musica che riflette l’approccio di partnership del gruppo”. Il nome Quintet – ha evidenziato il ceo del gruppo – rappresenta “il simbolo dei cinque sensi e delle cinque dita che compongono la mano. Tra l’altro, combina il numero femminile due con il numero maschile tre, che rappresenta tutti gli esseri umani”.
Proprio cinque, inoltre, sono i fondamenti su cui si basa l’attività del gruppo: intuizione, fiducia, agilità, diversità e valore. Essi, tra l’altro, sono legati fra di loro da quello che è da sempre il motto di Quintet Private Bank: “Investi in una vita più ricca, comunque tu la definisca”.

Due aree di business
Come si legge sul sito stesso della società, l’attività del gruppo si concentra in due aree ben precise: il private banking e il wealth management. Tra i servizi principali offerti vi è una gestione proattiva del portafoglio (che prevede o una gestione discrezionale, quindi totalmente affidata all’istituto, e una formula chiamata “consigli di gestione”, in cui le decisioni di investimento vengono prese direttamente dal cliente su consiglio del gestore). Va anche aggiunto che l’istituto prevede anche diverse tipologie di investimenti sostenibili da inserire all’interno del portafoglio.

Vi sono poi un piano di gestione e di trasmissione della ricchezza del cliente (dalla pianificazione immobiliare e finanziaria, fino ad arrivare all’assistenza nella preparazione di un contratto matrimoniale o di donazioni e nella costituzione di società) e l’ambito deli investimenti immobiliari (da uffici e magazzini logistici, fino ad arrivare a immobili residenziali e commerciali). Completano il bouquet di offerta le

soluzioni di credito patrimoniale (da crediti concessi a privati ​​e società del patrimonio, a possibilità di registrazione dei mutui e mandato aggiuntivo), gestione del patrimonio artistico e 50 fondi di investimento che gestiscono 5 miliardi di euro di asset.

I conti societari
Entrando nel vivo del giro d’affari della private bank del Lussemburgo, oltre a 80 miliardi di euro di beni in gestione e in custodia, il gruppo Quintet nel primo semestre del 2019 ha riportato 3,8 miliardi di euro di asset ponderati di rischio e un coefficiente patrimoniale totale consolidato del 16% in leggera diminuzione rispetto al 17,1% che era stato registrato al 31 dicembre 2018. Questo decremento, come sottolinea il gruppo nella sua relazione, è dettato dal fatto che si è potuto assistere a una crescita delle attività ponderate per il rischio.
I fondi propri prudenziali consolidati, invece, non hanno subito significative variazioni nella prima parte del 2019, tant’è che si sono attestati a 600,5 milioni di euro (al 31 dicembre 2018 erano di 559,2 milioni di euro). Inoltre, è importante sottolineare che il 20 giugno 2019 il gruppo ha annunciato che la sua affiliata britannica ha firmato un accordo per l’acquisizione di NW Brown & Co. Limited, una boutique di gestori patrimoniali. Operazione che, come ha sottolineato l’istituto, non ha un impatto significativo sul profilo di rischio della Banca.

 

 

 

 

 

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