Investimenti: l’oro non tradisce

Chi ha ragione tra i mercati finanziari che corrono scommettendo su una rapida soluzione della crisi e i bollettini sanitari, che invece evidenziano ancora un elevato tasso di contagi, con una tendenza alla crescita in vari paesi del mondo?

Durante l’estate abbiamo visto le borse americane, e in particolare l’indice tecnologico Nasdaq raggiungere nuovi massimi, seguiti da una forte correzione nel resto del mondo, ma comunque su livelli elevati. Insomma, a guardare i multipli sembrerebbe che non siamo nel pieno di una nuova stagione recessiva.

 

Il faro delle banche centrali

Le banche centrali hanno oramai il controllo dei mercati e le loro politiche monetarie super-espansive sono pronte a tutto pur di sostenere l’economia e far ripartire l’inflazione.

Per gli investitori questo mix è micidiale: nessun rendimento o addirittura negativo su cash e obbligazioni, mercati azionari a livelli di valutazione elevatissimi per le azioni tecnologiche che continuano a salire e più ragionevoli per i settori value della old economy, con tendenza alla discesa. Il tutto caratterizzato da fiammate improvvise di volatilità, che poi si ritrae, ma resta minacciosa sullo sfondo.

 

Incognite politiche

A rendere ancora più incerto lo scenario è l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, con la campagna elettorale sempre più infuocata e senza esclusione di colpi.

In questa situazione credo che il miglior consiglio sia ridurre l’esposizione e aspettare che ci sia più chiarezza e privilegiare la qualità.

Per chi vuole restare sui mercati favoriamo investire in fondi/manager che possano adattare la loro asset allocation e le loro posizioni rapidamente. Il settore tecnologico resterà il favorito, ma visti i livelli raggiunti, meglio essere preparati a sopportare una forte volatilità.

 

Oro evergreen

L’unico attivo che sembra godere del favore unanime degli investitori è l’oro. Infatti anche se le quotazioni del metallo giallo sono entrate in fase di correzione dopo aver rotto la barriera dei 2000 dollari per oncia, offre sempre prospettive positive nel medio lungo periodo.

 

 

 

 

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