Maria Grazia Rinaldi
Stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione nel campo del management. Un visione nuova e intrigante che sta trasformando i paradigmi della gestione dei gruppi e delle persone.
Nuovi parametri
Il management era rimasto per troppo tempo a modelli economici e psicologici che, con l’avvento delle neuroscienze e della finanza comportamentale, si sono rivelati superati.
In questo gli studi del premio Nobel Daniel Kahneman ci vengono in aiuto, dimostrando che un approccio logico-razionale al management e alla gestione delle risorse non ha nulla a che vedere con i processi decisionali che sono gestiti a livello automatico ed emotivo. Le neuroscienze hanno dimostrato che non è possibile produrre pensieri e azioni senza che questi vengano condizionati dalle emozioni. Quindi la razionalità o la pseudo-razionalità è fortemente legata alle emozioni che proviamo.
Valorizzare le persone
Mettere al centro le persone con i loro pensieri e le loro emozioni diventa quindi la chiave per il successo. Un buon manager ha a cuore la crescita delle persone, il suo obiettivo deve essere quello di aiutarle ad eccellere, facendo emergere i talenti individuali. Crea, nei limiti del possibile, un ambiente in cui possano esprimersi liberamente. Questa condizione di libertà interiore getta le basi per un ambiente creativo e dinamico.
L’esempio di Campbell
Un buon manager deve avere sempre consapevolezza del mondo delle proprie risorse. E’ un ottimo comunicatore, non costringe, incita ma non stressa, è assertivo e non punitivo. Si esprime in maniera chiara, concisa e concreta, chiarisce le aspettative e non lascia spazio alle interpretazione o dubbi.
Bill Campbell, coach della Sillicon Valley, tutti questi concetti lui li aveva fatti propri. Bill era un ex giocatore di football e allenatore. Una delle sue caratteristiche vincenti era che abbracciava tutti e lo faceva per dimostrare amore senza distinguere vita personale da quella professionale, lui credeva che le persone fossero persone sempre.
Competenza decisiva
Un buon manager è anche una persona competente, ma attenzione a non confondere la sicurezza con la competenza. Sentirsi bravi non equivale sempre a esserlo.
Ciò che permette di fare la differenza ad un manager rispetto ad un altro sono le sue competenze intrapersonali e interpersonali. Un buon manager si mette costantemente in discussione, si analizza, è flessibile ed è disposto a lasciare andare ciò che non funziona per far spazio a ciò che potrebbe essere più efficace.
I tratti distintivi di un manager/leader possono essere sintetizzati in: visione chiara e capacità di condividerla, capacità di far crescere le persone, capacità relazionali, consapevolezza di sé, responsabilità, conoscenza dei funzionamenti della mente e capacità di raggiungere i risultati.