Il regolamento Sfdr in pillole

Acronimo: La sigla sta per Sustainable Finance Disclosure Regulation. E’ una normativa europea ufficialmente entrata in vigore a partire dal 10 marzo 2021 che mira sistematizzare il quadro della finanza sostenibile dell’Unione europea.

 

Trend ESG: Secondo lo European Fund and Asset Manager Association, i fondi ESG sono arrivati a quota 2.873 alla fine del 2020 con una crescita costante negli ultimi 5 anni. Il regolatore ha voluto intervenire per sbarrare la strada ai furbetti dell’ESG.

 

Greenwashing: E’ un termine con il quale si identificano tutti quei fondi di investimento che a parole includono nella propria strategia il rispetto dei criteri ESG, ma nella pratica fanno l’opposto oppure non tengono totalmente fede ai loro propositi.

 

Trasparenza: La normativa spinge sul concetto di trasparenza e si rivolge a tutti gli operatori del mondo della finanza, i quali devono informare in modo accurato gli investitori in merito all’impatto sulla sostenibilità della loro consulenza o strategia d’investimento.

 

Categorie: Per i fondi d’investimento, la normativa prevede che a ogni prodotto venga attribuita una categoria: comparti con un forte focus ESG (Articolo 9), fondi che hanno un certo grado di attenzione ESG (Articolo 8) e strategie senza focus ESG (articolo 6).

 

Consulenti: La SFDR ha effetto anche sui consulenti finanziari. Quest’ultimi, infatti, dovranno rendere conto conto sui loro siti web e nell’informativa precontrattuale di come le valutazioni di sostenibilità giochino un ruolo nelle loro consulenze.

 

Gestori: Le sgr dovranno pubblicare sui loro siti le info su come integrano la valutazione dei rischi di sostenibilità nelle decisioni sugli investimenti. L’informativa precontrattuale dovrà includere l’impatto dei rischi di sostenibilità sul rendimento dei fondi.

 

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