Bill Hwang ha creato il precedente. Gli Stati Uniti non si sono fatti pregare ed è subito partita la caccia alle streghe. Dopo il caso Archegos, è divenuto chiaro che benché il settore valga 6mila miliardi di dollari (il doppio degli hedge) sfugga spesso alla maggior parte delle regole che toccano gli altri. Insomma, i family office non sembrano essere campioni di trasparenza.
L’antecedente di Archegos ha aperto uno spiraglio di indagine in questo “place” della finanza di alto livello che supera i sei miliardi. I family office offrono un ombrello di capitali “familiari”, ma spesso ospitando società dalle strategie aggressive.
I regulators avvertono, come riporta Il Sole 24 Ore, che nel male la vicenda Archegos poteva andare anche peggio. E ciò significa che il “fattaccio” potrebbe capitare nuovamente, questa volta però apportando danni maggiori ai mercati. L’ammissione è di Dan Berkowitz, commissario Cftc, con la Sec una della autorità di controllo leader sul mercato americano.
L’attacco del commissario è diretto e annuncia giri di vite: “per l’intergrità del mercato occorre essere consci e in grado di monitorare le attività di grandi family office”. La Sec intanto si muove per creare nuovi requisiti e obblighi di presentare documentazione su attività e posizioni. La Commissione Servizi Finanziari della Camera non rimane indietro e ipotizza di richiedere filing confidenziali alle autorità.
Un settore, quello dei family office, che negli Usa continua a crescere a vista d’occhio: il 69% degli operatori è nato negli ultimi vent’anni, il 40% dal 2017. Ernst & Young ne ha censiti oltre diecimila e in media vantano 1,6 miliardi di asset. Il problema, conseguenziale alla loro ascesa, potrebbe però essere la mancanza di controllo.