Guida ai vini da investimento

Di Giacomo Nicolella Maschietti

Dopo un’annata difficile per tutti, il mondo del vino è pronto a rialzarsi. Le aste hanno contribuito a dare continuità a questo mercato anche da remoto, e il digitale ha consentito di vendere ugualmente ai collezionisti di tutto il mondo. La flessione del 2020 è in realtà stata relativamente contenuta, e proprio nei prossimi mesi ci si aspetta una ripresa importante del mercato all’incanto. Attualmente i vini di pregio non risentono eccessivamente di un cambio di valore, sono sempre considerati beni da investimento. Come sempre occorre fare grande attenzione alle etichette, alla conservazione, all’affidabilità del marketplace (restano impresse nella mente le vendite di una falsa “verticale” di Sassicaia con annate comprese tra il 2010 e la celebratissima vintage 2015). Molte delle bottiglie presentate alle aste sono premiate e hanno ricevuto punteggi molto alti da critici e riviste di fama mondiale. Nella maggior parte dei casi si tratta di vini prodotti in quantità minime, una caratteristica, questa, che non solo è garanzia di qualità ma che ne aumenta continuamente il valore, trasformandoli in valide e alternative forme di investimento. Tra le notizie più stravaganti di questo mercato si registra una bottiglia di vino rosso francese del 2000, il Pétrus, che ha compiuto un’orbita intorno alla terra ed è ora in vendita presso il colosso delle aste Christie’s. Il prezzo iniziale è già da guinness dei primati: ben 1 milione di dollari, circa 830 mila euro. La sua permanenza nello spazio è durata 14 mesi, come parte di uno studio, effettuato con fondi privati, sul cibo e la vinicoltura.

Abbiamo incontrato Guido Groppi, head of fine wines & spirits department di Finarte, per fare il punto della situazione.

La pandemia non ha fermato il mondo delle aste e del collezionismo, che attraverso le vendite on line ha mantenuto continuità nel mercato. E’ accaduto così anche per il settore del vino?

Per il settore del vino la pandemia ha influito negativamente sul lato della raccolta, rendendo difficile o a volte impossibile per le case d’asta visionare le collezioni, operazione essenziale per le valutazioni. L’impatto si può valutare prendendo in esame le dimensioni complessive del mercato italiano, dove nel 2020 l’aggiudicato ha registrato una leggera flessione sull’anno precedente, circa il 5%, a fronte della crescita del 2019 rispetto al 2018 di oltre il 25%.

Anche nel settore del vino, le aggiudicazioni online hanno avuto un ruolo importante nel limitare l’impatto della drastica riduzione del pubblico in sala, accelerando una tendenza già riscontrata nell’ultimo anno. Il progressivo aumento dell’incidenza delle aggiudicazioni online sul totale porta con sé un’interessante dinamica: le aste italiane entrano in competizione con quelle delle piazze internazionali più famose, contendendo loro l’attenzione dei collezionisti e dei mercanti.

Quanto è conveniente, al momento, per un collezionista l’acquisto di una bottiglia di pregio alle aste?

Parlando in senso stretto di collezionisti, le aste riservano occasioni fantastiche, con selezioni di vini rari a prezzi di partenza sempre molto attraenti; l’unico pericolo è farsi coinvolgere in una gara con altri appassionati che porta i prezzi oltre i valori di mercato, ma d’altra parte l’adrenalina della competizione è parte essenziale del partecipare a un’asta. Se estendiamo il discorso agli appassionati, le aste sono ancora più convenienti, perché propongono anche vini perfettamente affinati ma non necessariamente rari, che ci si può aggiudicare al prezzo di riserva.

Quali sono le etichette più richieste?

Sicuramente le regine del Liv-ex, fra le quali le etichette italiane, prime fra tutte i Supertuscan Sassicaia, Tignanello, Solaia, Ornellaia e Masseto, i grandi Baroli, fra i quali spicca il Monfortino, e i vini di Gaja.

 

I francesi continuano a essere i re del mercato? Come si stanno piazzando i vini italiani, anche a livello internazionale?

I francesi registrano spesso i valori di aggiudicazione più alti, gli italiani però, grazie anche a prezzi di partenza più abbordabili, spesso registrano gli incrementi più rilevanti. Nell’asta Finarte dello scorso 25-26 marzo, una verticale di 18 annate di Tignanello è passata da 1.400€ di valore di riserva a 4.080€ di aggiudicato, un lotto di 6 bottiglie di Ornellaia 2013 ha avuto un rialzo da 750 a 2.400 euro e tre doppie magnum di Tignanello, 2009-2010-2011 sono passate da 1.200 a 3.840euro.

Quanto tempo occorre aspettare per realizzare un investimento in vino pregiato?

L’orizzonte minimo perché i vini pregiati si apprezzino è di circa 5 anni, è necessario lasciare che il tempo lavori all’affinamento e che i ghiottoni di tutto il mondo, impazienti, riducano le quantità disponibili sul mercato con il loro consumo.

Quando è in programma il prossimo appuntamento di Finarte legato al vino? avete qualche highlights?

La prossima asta si terrà il 29 e 30 giugno nella bella sede Finarte di Milano, in Via Paolo Sarpi 6 e contiamo di poter organizzare un evento avvincente e anche piacevole. Ai primi di giugno pubblicheremo sul sito Finarte.it. I primi lotti disponibili ad accogliere offerte, stiamo preparando una proposta entusiasmante di vini, fra i quali segnaliamo una bella orizzontale del meglio di Bordeaux 1974: Chateau Mouton, Chateau Lafite e Chateau Haut Brion; fra i distillati vi segnaliamo un’originale Uovo in stile Fabergé che accoglie decanter reggente quattro bicchierini: all’interno 0,7l di Super Premium Vodka Imperial Collection, distillata a Smolensk utilizzando frumento Saratovskaya e acqua del lago Ladoga.

 

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