L’ora degli Abs

Stefano Fossati

 

I tassi ai minimi storici hanno rilanciato l’interesse degli investitori per l’azionario, ma anche per strumenti alternativi in grado di garantire rendimenti interessanti a fronte di un limitato aumento del rischio. Fra questi spiccano gli Abs (asset backed security), il cui mercato in Europa ha raggiunto i 1.100 miliardi di euro. Ne analizziamo le opportunità con Fabiana Gambarota, managing director (con Luca Peviani) di P&G Sgr, società di gestione del risparmio indipendente nata nel 2004 e specializzata nel settore Abs e investimenti alternativi.

Quali sono le caratteristiche degli Abs?

Sono strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione, i cui ritorni sono dipendenti e garantiti dagli attivi sottostanti. Possono essere creati con diverse tipologie di collaterale, inglobando un elevato numero di asset; esistono inoltre meccanismi di diversificazione (per geografia/settore/prodotto) e protezione insiti nella struttura. Le opzioni di investimento sono multiple e, attraverso il tranching, è possibile creare titoli con diversi gradi di rischio/rendimento.

Qual è il mercato degli Abs in Italia?

Il mercato italiano è il quarto per dimensione in Europa e con 144 miliardi di euro (dati Afme) rappresenta circa il 15% del totale. Tra i prodotti, gli Rmbs (garantiti da mutui ipotecari) hanno sempre costituito la percentuale maggiore e negli ultimi 15 anni hanno registrato solide performance, con bassi tassi di perdite e minori incagli rispetto ad altri Paesi europei: merito in particolare dei criteri di selezione iniziale e dei meccanismi interni di protezione. Negli ultimi anni si sono poi diffusi prodotti cartolarizzati che prevedono, in qualche forma, l’intervento dello Stato come garante: è il caso delle Gacs dove sono garantite le note senior o degli Abs con il collaterale.

Perché puntare sugli Abs anziché sulle obbligazioni?

Anche se a volte meno liquidi, gli Abs hanno una volatilità inferiore alle azioni e presentano rendimenti superiori rispetto alla maggior parte delle obbligazioni di rating equivalente, con conseguente maggior relative value. La maggior parte degli Abs europei è rappresentata da titoli a tasso variabile, il che li rende meno esposti a variazioni dei tassi. L’esperienza nella gestione è decisiva sia nelle fasi di analisi del rischio di credito sia nell’affrontare momenti di risk-off del mercato.

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