Private banking, ossigeno per l’Economia Reale

AIPB (Associazione Italiana Private Banking) ha presentato oggi, in occasione della Conferenza promossa in collaborazione con Neuberger Berman dal titolo: “Il contributo del Private Banking nella crescita degli investimenti in PMI”, le principali evidenze del Progetto di ricerca: “PRIVATE CAPITAL E PRIVATE BANKING, il rapporto fra Private Banking e finanziamento dell’Economia Reale attraverso impieghi illiquidi e alternativi”.

Condotto da Vincenzo Butticé Assistant Professor al Politecnico di Milano (Dipartimento di Management, Economia e Ingegneria Gestionale), proprio perché innovativo, il progetto di ricerca aveva ottenuto nel maggio 2020 l’assegnazione del Bando AIPB dedicato a ricercatori di dipartimenti economico–finanziari di Università italiane nel maggio 2020. La borsa di ricerca nasceva, infatti, dal desiderio dell’Associazione di veder sviluppare maggiormente la ricerca applicata in ambito universitario in materia di Private Banking & Wealth management ad oggi ancora poco diffusa sia a livello internazionale che nazionale.


Il quaderno di ricerca del Politecnico di Milano indaga la dimensione quantitativa e qualitativa del risparmio gestito dal Private Banking nel finanziamento delle PMI italiane attraverso i fondi di investimento alternativi (FIA) ponendo l’attenzione sulle imprese non finanziarie. I risultati di ricerca mostrano come, soprattutto in anni recenti, il risparmio gestito dal Private Banking abbia finanziato operazioni di aumento di capitale e debito privato attraverso la selezione di FIA con impatti molto significativi sulla crescita delle imprese. Lo studio evidenzia la capacità degli operatori private di individuare i fondi con più alto potenziale di crescita e il valore dell’industria Private, quale leva strategica per permettere in futuro alle PMI di raggiungere gli obiettivi di patrimonializzazione e di sviluppo.

Occorrerà, però, da una parte, che il mercato e i gestori riconoscano le peculiarità del “target market” di investitori individuali serviti dal Private Banking, facilitando il loro accesso a prodotti e strategie specializzate in economia reale italiana. Dall’altra, naturalmente, sarà necessario dare continuità alle politiche economiche e fiscali volte ad agevolare gli investimenti in questi strumenti assicurando al mercato finanziario ed agli investitori sia nazionali sia internazionali un respiro almeno decennale alle iniziative messe in atto dalle istituzioni. Sarà anzi fondamentale rimuovere gli ultimi ostacoli che permangono ancora in termini di interpretazione delle normative fiscali nazionali e di coerenza regolamentari tra le diverse Direttive Europee dedicate alla tutela degli investitori, per creare un ecosistema stabile e favorevole a sostegno degli investimenti dell’economia reale.

All’incontro saranno presenti anche le Istituzioni con interventi dell’Onorevole Massimo Ungaro, membro VI Commissione Finanze della Camera, e Stefano Cappiello, Dirigente Generale del MEF, VI Direzione Sistema Bancario e Finanziario Dipartimento del Tesoro, che hanno affiancato al tavolo dei relatori, il Presidente AIPB Paolo Langé e  Antonella Massari, Segretario Generale di AIPB, Marco Avanzo Barbieri, Head of Client Group – Italy di Neuberger Berman,  e  Renato Miraglia, Head of Private Banking sales & advisory di Unicredit.

  • Con questa iniziativa – ha spiegato il Presidente di AIPB Paolo Langé aprendo i lavori – rinnoviamo il nostro impegno al sostegno della ricerca nella convinzione che l’accrescimento della cultura e della conoscenza sia la condizione per costruire il futuro del nostro Paese e fare la differenza nella creazione di valore nel tempo, proteggendo la fiducia negli investimenti e mercati finanziari mettendo in moto risorse con impatti sull’economia.

La ricerca condotta dal Politecnico aggiudicataria del bando AIPB, offre l’opportunità di approfondire la dimensione e il valore dell’impatto della nostra industria sull’economia reale e la comprensione delle dinamiche che interessano le PMI, mettendo in evidenza il ruolo fondamentale dei patrimoni privati nell’affiancare l’ambizioso sforzo pubblico che il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) richiederà nel prossimo futuro”. Conclude infine – “Ringraziamo Neuberger Berman e gli ospiti presenti al Convegno per averci dato l’occasione di contribuire alla riflessione pubblica in atto in questi giorni sullo sviluppo di strumenti e normative che possano favorire un miglior coinvolgimento dei patrimoni dei clienti private”.

  • “Il nostro Osservatorio sull’evoluzione della gamma di offerta di Fondi di Investimento Alternativi ha rilevato come, dei 1670 FIA autorizzati alla commercializzazione in Italia alla fine del 2020, il 95% rimanga riservato ad investitori professionali. Riguardo alla quota differenziale di FIA “non riservati”, oltre il 65% è distribuito dagli operatori di Private Banking alla loro clientela assistita da consulenza finanziaria. Resta a nostro parere una domanda potenziale insoddisfatta di FIA “non riservati” collocabili presso una clientela non professionale che possiede portafogli medi finanziari di 1,7 milioni di Euro per un valore totale di asset pari ad almeno 960 Miliardi di Euro“ – ha aggiunto Antonella Massari, Segretario Generale di AIPB – “Dalle riflessioni condivise oggi nel corso della conferenza sulle cause sottostanti la domanda inevasa di FIA per investitori non professionali, emerge ancora una volta quanto sarebbe importante accelerare la creazione di una definizione armonizzata a livello europeo della categoria intermedia di investitori semi professionali coerente con la clientela del Private Banking. Siamo consapevoli come sia in atto, proprio in questo momento, una partita europea nella quale l’Italia può giocare un ruolo di primo piano per favorire una migliore allocazione delle risorse, intervenendo proattivamente nel processo di revisione delle Direttive Europee per facilitare l’indirizzo della liquidità privata verso opportunità di investimento alternative che agiscano da moltiplicatore, affinché ciascuno possa dare a pieno un proprio contributo, accompagnando lo sforzo messo in campo dal Next generation Eu”.

“I patrimoni privati vanno configurandosi come una leva indispensabile per una crescita di lungo periodo – ha detto Marco Avanzo Barbieri Head of Client Group – Italy di Neuberger Berman, offrendo il punto di vista dell’asset manager che investe in economia reale: “Neuberger Berman è un investitore di tipo finanziario, quindi ha il ruolo di facilitare la trasmissione dei patrimoni privati all’economia reale. Lo facciamo come investitore diretto in società non quotate o per il tramite dei migliori gestori di private equity al mondo. Non basta avere questo ruolo di connettore tra risparmi ed economia reale, occorre anche avere esperienza, disciplina e conoscenza per convogliare le risorse alle imprese più meritevoli ed al fianco dei migliori gestori specializzati per area geografica, settore o stadio di crescita dell’azienda.

Sempre più importante sta diventando la valutazione dell’investimento sotto una lente di sostenibilità, sociale e ambientale, non solo da un punto di vista etico, ma come uno dei principali indicatori di rendimenti futuri. Gli investitori in mercati privati, rappresentando spesso una partecipazione molto qualificata nelle aziende che vanno ad acquisire, in questo senso hanno una ben più forte possibilità di stimolare il cambiamento in azienda, rispetto ad investitori in mercati pubblici che rappresentano solitamente una piccola percentuale del capitale. L’auspicio è che il mercato e il legislatore favoriscano un accesso più agevole del risparmio privato a questo tipo di iniziative, agendo sia in chiave di educazione ma anche di processi operativi, come ad esempio allentando i vincoli stringenti di profilatura dei clienti del sistema bancario per accedere a questi strumenti”.

Il nostro studio ha evidenziato la capacità degli operatori private di selezionare fondi FIA che creano maggiore valore per le PMI nelle quali investono – ha dichiarato Vincenzo Butticé, a capo del team di ricerca illustrandone le principali evidenze – una conferma rispetto al ruolo che il Private Banking ricopre e, potrà ricoprire, attraverso investimenti in FIA. Ringraziamo AIPB per l’opportunità di approfondire un tema chiave per lo sviluppo dell’economia reale nel nostro Paese. Le caratteristiche del mercato mostrano infatti del potenziale ancora inespresso che potrà in futuro, coerentemente con le opportune modifiche normative, aumentare ulteriormente il ruolo del private banking nel finanziamento all’economia reale”.

Gli investimenti del Private Banking in PMI attraverso FIA

A partire dal 2000, il risparmio gestito dal Private Banking ha contribuito al finanziamento di almeno 242 deal nell’economia reale, coinvolgendo 151 imprese. Risultato che appare ancor più rilevante considerate le specificità delle normative che ostacolano la possibilità dei clienti private di investire in fondi FIA. Nel 29% dei casi, gli operatori Private hanno scelto fondi di tipo non riservato, valore oltre 7 volte superiore alla media di mercato del 4,1%. Una scelta dovuta al contesto normativo, che spesso fa ricadere il cliente private nella definizione di investitore retail (500.000€ il limite dell’importo di sottoscrizione) limitandone l’accesso ai fondi riservati che hanno delle soglie di ingresso più elevate. Il mercato d’altro canto ha già cominciato a muoversi per favorire un maggiore coinvolgimento degli investitori riducendo i ticket dei fondi riservati e aumentando quindi l’offerta, che d’altro lato resta però molto concentrata in un numero ridotto di operatori.

Ripartizione FIA riservati e non riservati. Confronto a) Totale dei FIA e b) FIA investiti dal Private Banking.

Elaborazione del team di ricerca.

Complessivamente, l’analisi evidenzia un contributo rilevante del Private Banking alle PMI dell’economia reale italiana. I FIA collocati dal Private Banking sono stati coinvolti nel 9% dei deals in equity, in cui il target era una PMI, per un volume complessivo di capitale di rischio pari al 7,5% del totale investito dai fondi di investimento alternativo. Allo stesso modo, i FIA selezionati dagli operatori private hanno sottoscritto il 12,8% del totale del capitale di debito disponibile per le PMI attraverso fondi di investimento alternativo.

La qualità del contributo del Private Banking all’economia reale

Quantificato il contributo del Private Banking nel finanziamento delle PMI attraverso gli strumenti FIA, lo studio si interroga sulla qualità di tale contributo, analizzando le performance delle imprese oggetto di operazioni che hanno coinvolto FIA, mediate dal Private Banking. L’analisi riguarda la crescita dei fatturati, dell’attivo di stato patrimoniale, del numero di dipendenti, della liquidità di ciascuna PMI attraverso una analisi con l’approccio metodologico difference-in-difference

L’analisi mostra che a tre anni dal deal, le imprese che hanno ricevuto un finanziamento in equity e/o debito hanno registrato performance significativamente maggiori rispetto alle imprese che non lo hanno ricevuto, pari al 240%. Le PMI oggetto di deal mediati dal Private banking hanno performato meglio di quelle che lo hanno ricevuto attraverso altri canali, sempre attraverso lo strumento FIA, registrando un ulteriore incremento dei ricavi pari a mediamente il 10% in più, degli attivi con il 25% in più e dei dipendenti con il 10% in più, mentre la cassa aumenta leggermente meno ( -5%), rispetto al campione di PMI oggetto di deal. I dati, quindi dimostrano, che il private banking ha saputo selezionare FIA e i deal con maggiore potenziale di crescita, indice di qualità della consulenza offerta dall’industria.

Conclusioni

L’evidenza offerta da questo studio permette di guardare con ottimismo al ruolo che i private banker potranno giocare per l’economia reale italiana. I clienti private possono rappresentare un importante bacino di risorse per sostenere il rilancio dell’economia nazionale, che dovrà seguire la pandemia COVID-19. Gli obiettivi ambiziosi del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) richiederanno uno sforzo coordinato da parte di tutti gli attori del sistema economico, al fine di “promuovere gli investimenti privati per favorire la ripresa economica”. L’introduzione di fondi dedicati (per esempio il “Green Transition Fund”, GTF), la creazione di nuovi meccanismi di partenariato pubblico-privato e di fondi di garanzia, saranno cruciali per supportare la ripresa economica e, se ben progettati, potranno valorizzare il risparmio dei clienti private come una risorsa importante per il rilancio.

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