L’inerzia delle autorità sui Bitcoin può far danni

di Marcello Gualtieri

Dove è finita l’immensa liquidità con la quale le Banche centrali hanno inondato il mondo? Difficile da dirsi, anche perché dopo anni di inflazione praticamente zero l’attuale fiammata appare legata più alla crescita del prezzo dell’energia e ad uno shock di domanda post-covid, che non all’eccesso di liquidità. Si può, però, forse ipotizzare che una parte di questa liquidità sia finita nel mercato dei Bitcoin e di altre cripto attività: attenzione a non chiamarle “criptovalute” perché la Banca d’Italia ha detto chiaramente che devono essere chiamate “cripto attività” per non ingannare gli investitori visto  che non si tratta di massa monetaria, ma di “attività finanziarie”.

Pericoli dietro l’angolo

Il punto è che nessuno è in grado di dare un senso economico al valore delle cripto attività  e finanche alla loro stessa esistenza, prive come sono di qualunque reale valore sottostante. Ciò nonostante, i portafogli dei risparmiatori sono talvolta infarciti di queste pericolosissime attività finanziarie.

L’argomento è preoccupante perché agli usuali profili legati alla volatilità dei valori, oggi si aggiunge la pericolosità legata all’enorme quantità di cripto attività in circolazione, ulteriormente moltiplicata dai vari strumenti derivati e features creati e, ultimamente addirittura autorizzati dalla Sec.

Bisognerebbe qualificare queste attività come “titoli tossici”, per i quali non è difficile pronosticare l’esplosione di una bolla speculativa le cui dimensioni si possono immaginare finanche maggiori di quella del crack di Lehman Brothers.

Parola ai gestori

Vista l’incapacità delle banche centrali di gestire il fenomeno (forse anche a causa della crisi pandemica), credo che a questo punto un’iniziativa dei gestori professionali del risparmio sia opportuna attraverso due strumenti: da un lato un’ampia campagna informativa anche tramite i media, perché non è possibile assistere inerti al dilagare di attività promozionali di massa di queste cripto attività attraverso ogni canale possibile ed immaginabile. Dall’altro lato sarebbe opportuno fornire ai clienti gestiti  strumenti finanziari  con una sorta di bollino verde “cripto valute risk free” che sarebbe molto più utile e interessante per il risparmiatore del politically correct, ma inutile, bollino green.

 

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