La nuova era dei private asset

Sono stati protagonisti nel corso del 2021, a fronte delle incertezze che hanno coinvolto le asset class tradizionali, e promettono di esserlo ancora in futuro, anche se in veste differente. Stiamo parlando dei private asset, che secondo l’analisi di Nils Rode, chief investment officer di Schroders Capital, stanno entrando nell’era 4.0.

I mercati privati sono cresciuti e maturati negli ultimi vent’anni fino a raggiungere un valore atteso di 8mila miliardi di dollari a fine 2021. “Sono aumentati non solo in dimensioni, ma anche in varietà, fornendo agli investitori un’ampia gamma di driver di rendimento e profili di rischio”, ricorda Rode. “Gli investitori hanno a disposizione opzioni che spaziano dal private equity al private debt, all’immobiliare e alle infrastrutture, e dagli investimenti ESG-aligned a quelli incentrati su sostenibilità e impatto. Inoltre, all’interno di ogni strategia, gli investitori possono diversificare su un’ampia gamma di tipologie e dimensioni di operazioni, che è ciò che chiamiamo la coda lunga dei private asset”.

L’ampiezza e la complessità dei mercati privati porta inoltre gli investitori a essere sempre più selettivi, puntando ai profili di sostenibilità e impatto e alle opportunità che meglio si adattano ai loro obiettivi di rischio/rendimento.

“La pandemia ha accelerato l’evoluzione dei mercati privati verso quello che noi chiamiamo “Private Asset 4.0”, cioè la prossima frontiera degli asset privati, che include l’accelerazione della democratizzazione degli stessi e una maggiore attenzione agli investimenti a impatto”, aggiunge l’esperto. Che poi ricorda: “Nei mercati privati, un fattore che viene spesso trascurato, da cui invece gli investitori possono trarre vantaggio, è la dimensione medio-piccola della stragrande maggioranza delle transazioni, che rappresenta il 95% di tutte le transazioni e il 50% del volume totale. Dato l’alto numero di transazioni, la coda lunga degli asset privati fornisce agli investitori un’ampia gamma di opportunità per catturare quello che noi chiamiamo il ‘premio di complessità’ – un set di competenze uniche, necessarie a cogliere le opportunità di investimento più complesse”.

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