Oltre la metà dei deal, il 57%, ha avuto come protagoniste aziende italiane che si sono dirette verso l’estero. Il controvalore di queste operazioni è pari a 56 miliardi (+155% annuo).
Quanto all’anno da poco iniziato, un professionista del m&a su tre (35%) vede l’acquisizione di nuove tecnologie come driver principale delle operazioni, più di quelli (17%) che considerano l’ingresso in nuovi mercati come necessità prioritaria dei deal. Per quanto riguarda i capitali necessari al m&a, non arrivano più dalle banche ma dai capitali di rischio.