Fabiani (Alvarium): “Le ragioni della fusione con Tiedmann”

Esg e impronta impact sul fronte degli investimenti, ricerca di collaborazioni con altre strutture che si occupano di clientela facoltosa, comprese le private bank. Sono i principali trend evolutivi dei family office, una nicchia di mercato che in Italia conta 178 realtà secondo uno studio realizzato italiani secondo la ricerca “La trasformazione del Family Office”, condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano e dal Centro sul Family Business Management della Libera Università di Bolzano. Ne abbiamo parlato con Francesco Fabiani, chief executive officer di Alvarium Investment Managers e con una lunga esperienza nel settore.

 

Visto dalla Svizzera e alla luce della sua esperienza, quali sono le peculiarità dei family office italiani rispetto alle strutture estere?

La maggior parte dei family office italiani segue una sola famiglia imprenditoriale ed è nato da meno di dieci anni. Quindi si tratta di realtà al primo stadio di sviluppo. Dalla ricerca del Politecnico emerge anche che le strutture della Penisola sono molto concentrate sulla consulenza agli investimenti più tradizionali, nonché sul controllo dei costi; sono rari i casi di operatività nei segmenti illiquidi, così come quelli olistici, che offrono consulenza anche su tematiche come family governance, passaggio generazionale e organizzazione del patrimonio in chiave multifamiliare.

 

Quali sono le nuove tendenze in termini di investimento?

In linea con le nuove esigenze della clientela, si registra un forte sviluppo del filone noto come impact investing. Si tratta di una tematica sempre più sentita anche in Italia, grazie per altro alla possibilità di generare performance migliori della media a fronte di una minore volatilità.

È invece un sempreverde dell’attività dei family office il passaggio generazionale, con tutti i passaggi necessari per gestire gli equilibri all’interno delle famiglie allargate. I family office sono molto attivi in questo campo perché la consulenza richiesta è tailor made, non sono ammesse standardizzazioni. Si parte dalla mappatura e l’organizzazione del patrimonio, per poi valutare la costituzione di patti di famiglia o successori, fermo restando che la normativa italiana su questo fronte è molto restrittiva, a differenza di altri paesi come Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti. Spesso, poi, se lo richiedono i clienti e si reputa utile, vengono istituiti

trust o fondazioni per destinare porzioni del patrimo familiare a finalità specifiche o a singoli rami famiglia. La consulenza sui passaggi generazionali non è per tutti, dato che richiede competenze di family governance, oltre che di pianificazione successoria, oltre a tutte le conoscenze finanziarie necessarie prima per la mappatura del patrimonio familiare, poi per l’eventuale riorganizzazione in chiave successoria.

 

Sono più frequenti i casi in cui i family office sono in concorrenza o al fianco delle private bank?

Dato che i family office come il nostro si occupano di attività extra-finanziarie, le occasioni di collaborazione con gli operatori del pb superano quelle in cui siamo concorrenti. In particolare, spesso si lavora insieme in caso di patrimoni cospicui e particolarmente articolati. Solitamente con la famiglia cliente diamo vita a beauty contest tra vari operatori, comprese le private bank, quando si tratta di scegliere a chi affidare porzioni di patrimonio, sul quale effettuiamo poi un monitoraggio costante. Con cadenza solitamente trimestrale incontriamo la famiglia, facciamo il punto sull’andamento delle varie gestioni e decidiamo anche eventuali modifiche all’asset allocation.

 

Veniamo a voi: come nasce la scelta di fondervi con il gruppo Tiedmann?

Da una convergenza di interessi: Alvarium è un multifamily office forte soprattutto in Europa e in Asia. Abbiamo diverse sedi negli Stati Uniti, ma con una clientela prevalentemente straniera. Tiedmann, invece, porta in dote clientela e conoscenza del mercato americano. Daremo vita a una business combination, dalla quale prenderà corpo Alvarium Tiedmann Holdings, quotata al Nasdaq. La quotazione offrirà maggiore visibilità per attrarre nuovi talenti e siglare nuove partnership di business. Dall’integrazione, che sarà completata entro marzo, nascerà un gestore indipendente di asset e patrimoni globali, leader nel suo settore, che offrirà capacità fiduciarie, strategie per investimenti alternativi e servizi di consulenza strategici a imprenditori, capitali familiari multigenerazionali, istituti e leader emergenti di prossima generazione. Tra asset in gestione e amministrati arriveremo a 54

miliardi di dollari, mentre la business combination darà vita a una società con una capitalizzazione di circa 1,4 miliardi di dollari.

 

Quale sarà l’impatto sull’Italia?

La clientela italiana potrà contare su un’offerta di servizi e su un network di contatti in tutto il mondo. Siamo presenti nella Penisola con una sede a Milano: a oggi siamo l’unico multi-family office globale operante in maniera strutturata sul territorio nazionale.

 

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