Come investire nei passion assets

Vito Andreola

In tempi di tassi ai minimi storici e di mercati resi altalenanti dal Coronavirus, la caccia al rendimento porta a valutare sempre più spesso investimenti alternativi per diversificare il portafoglio. Di qui la crescita dell’attenzione verso il mercato dell’arte e dei beni da collezione, che si è fatta strada negli ultimi anni soprattutto nei portafogli più facoltosi. Ne è una prova l’ultima asta di “Phillips in Association with Bacs & Russo” dedicata agli orologi da polso e svoltasi a Ginevra nel mese di novembre. Con la vendita del 100% dei lotti, la “Geneva Watch Auction: XIV” è stato un successo senza precedenti, generando il più alto incasso di sempre nella storia delle aste di orologi: 74,5 milioni di dollari in totale, con tutti i primi 12 lotti a superare il milione di franchi.

 

Incidenza in crescita

D’altra parte un recente report di Deloitte realizzato in collaborazione con ArtTactic evidenzia che la ricchezza mondiale degli HNWI associata all’arte e agli oggetti da collezione ha raggiunto nel 2020 un valore di circa 1.481 miliardi di dollari (pari al 5% delle loro attività finanziarie) che nel 2025 potrebbe raggiungere 1.882 miliardi. Negli ultimi anni è cambiato il modo in cui i collezionisti considerano le loro opere, pur essendo guidati dalla passione, sono sempre più attenti agli aspetti finanziari e considerano l’arte parte del loro patrimonio complessivo. La peculiarità di questi investimenti risiede soprattutto nella decorrelazione rispetto alle asset class tradizionali, considerato che il valore di un gioiello o di un orologio da collezione segue logiche proprie, senza dipendere dall’andamento dei listini obbligazioni o azionari. Per un portafoglio che conta già altri investimenti finanziari e immobiliari, questo significa maggiore diversificazione e quindi più resistenza alla volatilità dei mercati.

 

Le esigenze della clientla

I clienti chiedono sempre di più ai loro gestori patrimoniali di aiutarli in questioni relative all’arte, dalla gestione del rischio alla valutazione di informazioni di mercato, ma spesso manca ancora la competenza interna su questi temi. Infatti come evidenzia una ricerca realizzata dall’Associazione Italiana Private Banking una delle aree su cui i private banker chiedono maggior formazione è proprio quella relativa ad arte, immobili e ad altri beni reali.

 

Per rispondere a queste esigenze FrancoAngeli ha appena pubblicato Il mercato dell’arte. Guida pratica per consulenti finanziari e private banker di Alessia Zorloni. Pensato per fornire ai consulenti finanziari e ai gestori dei segmenti private e upper affluent uno strumento operativo, tarato sui loro bisogni, il libro sarà presentato a breve da Azimut Capital Management. Bruna Annibaldi, director della società e promotrice dell’iniziativa, dichiara: “C’è un’attenzione crescente da parte dei Wealth Manager verso l’arte e gli oggetti da collezione. Questi ambiti permettono di intercettare un segmento di mercato più sofisticato e di entrare più facilmente in contatto con il gusto, le passioni e gli interessi dei nostri clienti”.

 

La struttura

Strutturato in quattro sezioni, il volume presenta una ricca raccolta di domande, alle quali vengono fornite risposte concrete, al fine di diffondere una cultura di base in materia di investimenti in arte e in beni da collezione. Il capitolo wealth management e investimenti nell’arte illustra il ruolo e le caratteristiche di gallerie, fiere, aste, fondi di investimento e le opportunità offerte dai diversi segmenti dell’arte oltre a contenere accenni anche ad altri passion investment quali gioielli, orologi e vini. La parte dedicata a gestione e valorizzazione delle collezioni approfondisce il collezionismo privato e gli strumenti per la sua tutela e promozione, mentre nel capitolo dedicato a diritto e fiscalità dell’arte sono affrontati in modo pratico e concreto alcune questioni legate ai diritti e agli obblighi, anche di natura fiscale, in capo ai collezionisti. Una sezione finale è dedicata all’arte digitale, dagli NFT alla Blockchain fino ad arrivare ad altri termini relativi alle ultime frontiere della tecnologia applicata al mercato dell’arte.

 

 

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