Come è difficile fare business in Italia

di Marcello Gualtieri

Non vi è dubbio che lo stato di salute del sistema economico della nazione non può essere misurato unicamente dal Pil e dalla classificazione delle agenzie di rating, ma si tratta di indicatori importanti.

Progressi anticorruzione

Sotto questo specifico aspetto, il posizionamento dell’Italia e la percezione del paese nella business community presenta poche luci e molte ombre. Un po’ di luce viene certamente dal report 2021 di Transparency International che misura l’Indice di Percezione della Corruzione (Cpi). In questa speciale classifica l’Italia migliora nettamente la sua posizione guadagnando 10 posti; il nostro paese si posiziona al 42° posto sui 180 oggetto di esame. Tuttavia, nonostante il miglioramento costante dal 2012 ad oggi (con un recupero di 14 punti), il punteggio di 56 (su 100) ci lascia ancora molto distanti dalla media Ue e dalle performance delle economie più sviluppate.

 

Male l’accesso al credito

Troviamo un’importante conferma della prevalenza degli aspetti negativi su quelli positivi andando a verificare il piazzamento nella ricerca Doing Business 2020 (non sono ancora disponibili i dati del 2021). Nonostante un lusinghiero primo posto in classifica in tema di commercio internazionale, a livello complessivo l’Italia si classifica solo 58esima su 190 paesi considerati. Un posizionamento lontano da quello che dovrebbe occupare in qualità di potenza economica mondiale. Particolarmente debole (e non è certo una sorpresa) è la performance dell’Italia nelle attività legate all’accesso al credito (119esimo posto con un punteggio di 45 a fronte di una media Ocse di 64,3), alla complessità fiscale (97esimo posto con un punteggio di 68,3 contro 75,6) e all’apertura di una attività economica (98esimo con un punteggio di 86,8 a fronte di 91,3 ).

Dunque, anche se, come si legge nel Report 2021 di Transparency International “la credibilità internazionale dell’Italia si è rafforzata in quest’ultimo anno anche per effetto degli sforzi di numerosi stakeholder del settore privato e della società civile nel promuovere i valori della trasparenza, dell’anticorruzione e dell’integrità” (possiamo forse chiamarlo “effetto Draghi”?) rimane molto fare per fare dell’Italia un paese business friendly.

 

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