Eiopa fa chiarezza sulle unit linked

di Luca Zitiello

 

L’Eiopa ha rilasciato il Supervisory Statement sul giudizio di “value for money” relativo alle polizze unit linked alla luce dei principi della product oversight governance (Pog). In questo modo l’Autorità continua il suo impegno per una corretta attuazione della direttiva Idd al fine di monitorare quali siano i reali effetti sul mercato di questa importante riforma sottolineando come solo una visione “customer centric” possa consentire di cogliere appieno la portata della Pog.

 

Proporzione necessaria

Il Supervisory Statement giunge a seguito della pubblica consultazione svolta tra l’aprile ed il luglio dell’anno scorso volta a identificare il quadro di riferimento sul tema del value for money nel mercato europeo delle polizze unit linked mettendo l’indice su uno dei temi più caldi, quello del rapporto costi/benefici delle polizze nel mercato. L’Eiopa definisce il value for money nella corretta proporzione tra costi e oneri e i benefici, quali il rendimento, le garanzie, le coperture assicurative e i servizi, in relazione al target market, tenuto conto che non vi è alcun obbiettivo di mercato per prodotti che non esprimano valore. Deve sussistere un robusto processo di pricing che comprenda l’attività di testing e di revisione.

 

Conta il livello di servizio

I costi e gli oneri devono essere giustificati. A questi fini essi dovrebbero essere direttamente riconnessi a specifici benefici o servizi ricevuti dal cliente. Nel processo di pricing ci deve essere un equilibrio tra costi e livello di servizio. I costi e gli oneri generali non direttamente legati a una componente del prodotto, come quelli di marketing, sono ammissibili nei limiti della ragionevolezza di attribuzione proporzionale ai clienti. Considerato che le commissioni sono dovute in relazione ai premi pagati o al valore dell’investimento o ad una combinazione dei due, esse vanno stabilite in un ragionevole range di premi e di performance. A tal riguardo, posto che il risultato di gestione dipende dai fondi sottostanti utilizzati, essi debbono esprimere un valore in termini di rendimento e di efficienza comparabile a quelli presenti sul mercato introducendo così la necessità di un riferimento agli standard di mercato. Il faro si sposta così sui “sottostanti”, sul grado di efficienza finanziaria e sui criteri con cui vengono selezionati gli assets in modo da ottenere risultati che siano confrontabili con prodotti analoghi presenti nel panorama dell’offerta.

 

Soluzioni personalizzate

Deve sussistere una stretta relazione tra granularità dei target market e complessità della polizza. L’analitica scomposizione del prodotto nelle sue diverse caratteristiche consente di tailorare lo stesso verso il corretto mercato di riferimento. La presenza di una varietà di opzioni in termini di quantità di fondi sottostanti, di livelli di garanzia di capitale e di combinazioni di protezione di rischio demografico condizionano il livello di complessità. Polizze più complesse richiedono un livello di assistenza e di consulenza più alto, oltre che una maggior conoscenza ed esperienza del cliente. Ciò è di grande rilevanza per il settore del private banking ove appaiono ragionevoli costi legati a prodotti complessi, con gestione attiva, con un più ampio spettro di coperture volti a soddisfare bisogni specifici di un cliente più esigente, che invece perderebbero di ragionevolezza all’interno di un prodotto retail volto alla conservazione del capitale ed avente funzione di previdenza integrativa.

 

Esame ex ante

I produttori devono testare in modo adeguato le polizze per verificare ex ante che le stesse si adattino al target market tenuto conto dell’intero ciclo di investimento e dell’holding period del cliente finale. Vi deve essere corrispondenza tra caratteristiche del prodotto e le esigenze del sottoscrittore: un prodotto che punta sulla copertura del rischio demografico non è adatto per il cliente che ha maggiori aspettative in termini di rendimento.

Vanno rivisti su base continuativa i costi e le spese, le prestazioni e la tipologia dei servizi offerti. Ciò fa del pari con l’esigenza dei contraenti delle polizze di attendersi rendimenti che siano in linea con quelli offerti dal mercato nel lungo periodo. Ciò implica la necessità di intervenire nel caso di particolare inefficienza degli investimenti e correlativamente in caso di under performance. E’ evidente che ciò non deve essere inteso in termini assoluti, ma considerato rispetto al benchmark ed alla volatilità attesa.

 

Vigilanza comune

Il Supervisory Statemnt è espressamente rivolto alle Autorità di controllo nazionali affidando alle stesse i criteri che devono essere implementati al fine di sviluppare una vigilanza basata su un approccio comune. Le Autorità dovranno attivarsi al punto di esercitare i poteri di product intervention per vietare pratiche operative nocive per gli investitori. Questa è la parte più delicata se solo si considera che proprio da questa uniformità del livello di controllo dipende l’effettiva concorrenza e competitività del mercato.

 

 

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