Investitori individuali nuovi protagonisti del private equity

Gli investimenti in private equity sono destinati a salire a quota 11 mila miliardi di dollari entro il 2025 contro i 5.300 attuali.

Merito non solo degli investitori istituzionali, ma anche degli investitori individuali, che allocheranno asset 2,4 volte maggiori rispetto ad oggi su questa asset class.

I dati sono contenuti nello studio “The Future is Private. Unlocking the Art of Private Equity in Wealth Management” realizzato da Boston Consulting Group in collaborazione con iCapital.

sottoscrizione e gestione complessi e difficoltà di accesso ai migliori fondi hanno sinora precluso agli investitori individuali l’accesso ad asset alternativi come il private equity. Ma ora per i wealth manager si apre una finestra di opportunità per servire i propri clienti, anche collaborando con le fintech più promettenti.

La revisione delle normative sugli investimenti in materia, come, ad esempio, quella legata alle soglie minime di investimento per clientela individuale, insieme al progresso tecnologico, infatti, stanno abbattendo gran parte delle barriere d’ingresso ai mercati privati. È così che, anche gli investitori privati, potranno cogliere opportunità di investimento in asset class che negli anni hanno dimostrato ritorni rilevanti nel medio-lungo periodo e benefici di diversificazione del portafoglio. Saranno precisamente 1200 miliardi di dollari che questi allocheranno nel private equity nei prossimi 5 anni.

Edoardo Palmisani, managing director e partner di Bcg e co-autore dello studio, spiega: “Oggi banche e wealth manager hanno l’opportunità di facilitare l’accesso degli investitori individuali al private equity. Così facendo, i wealth manager potranno aiutare gli investitori a diversificare maggiormente i propri portafogli e a migliorare significativamente il loro potenziale di rendimento. Dall’altro, espandendo i loro servizi nell’offerta private equity, prodotto a valore aggiunto e con buone marginalità, sia le banche che i wealth manager potranno alleviare parte della pressione sui margini che stanno vivendo in questo momento sui prodotti più tradizionali”.

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