Alla scoperta del family affair asiatico

Central Group è il più grande sviluppatore di centri commerciali della Thailandia. Al comando ci sono i Chirathivat, che secondo le ultime stime di Forbes avrebbero accumulato un patrimonio di 11,6 miliardi di dollari e nel 2021 sono risultati al quarto posto tra i thailandesi più ricchi. Nel febbraio 2020 la famiglia aveva messo in vendita il proprio ramo privato di vendita al dettaglio, Central Retail, raccogliendo 2,5 miliardi di dollari in quella che è stata la più grande Ipo del paese. Il gruppo è guidato oggi da Tos Chirathivat, nipote del fondatore Tiang. Oggi il gruppo fattura circa 3,5 miliardi di dollari, con attività che spaziano dalla grande distribuzione all’immobiliare, dagli hotel al franchising, fino alla ristorazione.

 

Piccole e grandi visiani
Tiang, giovane emigrato dalla Cina, fondò Central Group nel 1927. Ebbe tre mogli e venticinque figli. Tra questi Samrit, che ereditò l’attività e aprì quindi il primo centro commerciale in Thailandia, a Bangkok, nel 1957. In realtà, non tutti sanno che la storia della dinastia Chirathivat ebbe inizio con una piccola libreria nella Chinatown di Bangkok che vendeva riviste d’importazione a una clientela sofisticata. Si chiamava “Tong Yang” ovvero ‘potere e autorità’. Vent’anni dopo, il figlio più grande di Tiang, Samrit, convinse padre, fratelli e sorelle ad aprire un piccolo negozio di giornali e libri internazionali accanto all’Oriental Hotel, che al tempo vantava una clientela cosmopolita. Ma poco dopo cambiò nome in Central. Nel 1956 la famiglia Chirathivat aprì il primo central department store e nel 1968 una sede nella centralissima Silom Road. Grazie alla visione imprenditoriale dei Chirathivat, i primi libri e le prime riviste americane arrivarono sugli scaffali del negozio della famiglia alla vigilia degli anni Cinquanta.

 

Lo sbarco nei cosmetici

Successivamente fu la volta dei primi cosmetici internazionali e delle tecniche di marketing più innovative. Oggi Chirathivat possiede grandi magazzini e centri commerciali in tutte le principali città della Thailandia. Central Retail ha infatti 2.115 negozi di prodotti alimentari, moda, proprietà e materiali da costruzione in tutto il paese. Prima di arrivare sul ponte di comando, Tos aveva già lavorato sul campo: all’età di dieci anni trascorreva le vacanze scolastiche come apprendista presso il Central Department Chid-lom, nel cuore di Bangkok, dove era pagato venti baht al giorno. Ma nel suo curriculum figura anche il lavoro di commesso da Macy’s, a New York, nel reparto degli elettrodomestici prima e in quello di abbigliamento femminile poi. Laurea in Economia e Mba negli Usa, è il più giovane degli otto figli di Samrit.

 

L’ESPANSIONE GLOBALE

Dopo aver radicato la sua presenza nel territorio nazionale, Tos, entrato in azienda nel 1989 e attuale executive director, iniziò a distribuire i grandi magazzini del gruppo in tutta la regione del sud-est asiatico. E per dare una spinta ulteriore alla crescita della società iniziò a puntare su investimenti mirati per espandere il suo portafoglio in Europa. Nel 2015, ad esempio, la famiglia acquisì il grande magazzino danese Illum mentre nell’ambito di un accordo separato assunse il controllo della catena di grandi magazzini italiani del lusso La Rinascente. Al culmine della crisi politica thailandese nel 2014, Chirathivat decise di aprire il più lussuoso dei suoi centri commerciali di Bangkok accogliendo maison del luxury come Prada, Hermès, Tom Ford e Christian Louboutin. Nel 2017 invece JD.com Inc JD.O e il rivenditore thailandese formarono una joint venture da 500 milioni di dollari nell’e-commerce per rafforzare la propria presenza nel sud-est asiatico. Il sodalizio ha avuto l’obiettivo di aiutare JD.com a espandere la propria attività oltre l’Indonesia per affrontare i rivali Alibaba e Amazon. Ciascuna realtà ha contribuito con 250 milioni di dollari al raggiungimento del deal. In un’intervista rilasciata nel 2013 a Vogue, Tos Chirathivat disse: “Il nostro gruppo è nato come impresa familiare nel 1947. Mio nonno e mio padre, commercianti di origini cinesi, hanno fatto crescere il negozio puntando su due variabili: un rapporto onesto con le persone e prodotti eccezionali, serviti in modo impeccabile”. E pensare che da ragazzo credeva di voler fare il medico (ha trascorso due anni all’università studiando biologia e chimica).

 

Focus sul lusso

“La Rinascente diventerà un’insegna globale”. Fu questa la promessa che Tos fece nel 2011 agli investitori dopo aver acquistato gli storici grandi magazzini italiani per 205 milioni di euro, accollandosi anche un indebitamento di circa 55 milioni. A presentare l’offerta fu la sussidiaria Central Retail Corporation, che oggi è una delle maggiori società di vendita al dettaglio dell’Asia, diffusa sul territorio con tre catene di grandi magazzini, due di supermercati e cinque di negozi specializzati. Al Corriere della Sera, il manager raccontò di aver messo gli occhi sul department italiano grazie a Vittorio Radice, amico di vecchia data e oggi ceo di Central Group Europa, che durante una riunione dell’Igdp, l’associazione internazionale che riunisce i maggiori retailer mondiali, lo aveva informato che i proprietari della Rinascente avevano intenzione di vendere. Di recente, invece, la società ha completato l’acquisizione di un’altra famosa catena del lusso: la londinese Selfridges, finora nelle mani della famiglia canadese Weston. L’accordo, raggiunto in proporzione 50/50 con il partner austriaco Signa Holding (insieme a Signa Central Group è proprietaria anche dei department store KaDeWe e Globus), ha permesso loro di acquire un portafoglio di 18 grandi magazzini tra cui il flagship store Selfridges in Oxford Street, che da oltre 100 anni è al centro della più famosa via dello shopping londinese. Anche se i termini finanziari dell’operazione non sono stati resi noti, secondo alcune fonti il valore dell’accordo potrebbe essere di quattro miliardi di sterline (circa 4,7 miliardi di euro). In una nota ufficiale, il gruppo thai ha fatto sapere che il fatturato annuo pro-forma per il portafoglio combinato dei grandi magazzini è stato di 5 miliardi di euro nel 2019 e si prevede che crescerà fino a superare i 7 miliardi di euro entro il 2024.

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