La rotta spagnola di Hemingway

di Luca Coslovich

Fiesta é sicuramente il primo libro che ci viene in mente pensando al grande scrittore e alla Spagna, dato che è ambientato a Pamplona, durante la festa di san Firmino. Hemingway era talmente affezionato a questa tradizione che, dopo la  prima visita nel 1923, tornò nove volte per assistere alla manifestazione.

 

Nei panni dello scrittore

Durante le sue numerose visite in terra spagnola, Ernst scrisse anche un diario di viaggio su Navarra, La Rioja e Paesi Baschi, che si può trovare negli uffici turistici delle tre regioni, dove si racconta questo percorso tra viaggio e letteratura. Il documento comprende disegni e frasi dello scrittore e altre curiosità. Per entrare completamente nel personaggio prenotiamo la stanza 217 del Gran Hotel La Perla in cui alloggiava per poter vedere gli encierros dal balcone su calle Estafeta e gustiamo il cocktail The death afternoon, che prende il nome dal saggio dello scrittore. Lo voleva preparato con una dose di assenzio in coppa di champagne e completato con le “bollicine” fino a raggiungere il bordo del bicchiere. Facciamo una sosta al Café Iruña, attivo dal 1888, dove Ernst passava lunghi pomeriggi a bere vino tinto. Possiamo trovare lo scrittore ancora oggi appoggiato al banco bar, grazie a una statua in bronzo che lo raffigura.

 

Tra rumors e leggende

Un salto al Tropicana bar per scoprire qualche pettegolezzo: il bar un tempo faceva parte dell’hotel quintana (chiamato l’Hotel Montoya in the Sun Rises), dove lo scrittore ha passato delle notti. Vicino a questo bar ne troviamo un altro che il nostro autore frequentava, con tutti gli appassionati di tori e corride, e pare che qui bevesse milk shake con cognac, si tratta del Bar Txoko. Molti dei suoi ricordi ci portano a Madrid,  che considerava “la capitale del mondo”, la frequento’ moltissimo tra il 1923 ed il 1960. Per cena andiamo  da Botìn,(il ristorante in cui lavorò Goya come lavapiatti), il più antico del mondo, dove Hemingway era solito mangiare il maialino arrosto. C’è ancora il  suo tavolo, dove scrisse molti racconti, al primo piano, lo stesso in cui ambientò l’ultima scena di Fiesta, con Lady Brett Ashley che prega Jake di non bere troppo in un’atmosfera di malinconico addio. Qui vengono ambientati molti racconti, in particolare “La farfalla e il carro armato”, giudicato da Steinbeck fra le vette del Novecento. Adesso abbiamo molti elementi per partire sulle tracce di Hemingway, e poter bere, se non con lui, dove ha bevuto lui. ‘Arriba, abajo, al centro, pa dentro

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