Multitasking, un mito che crolla

Maria Grazia Rinaldi

 

Tutto è migliorabile, anche saper gestire il proprio tempo nei migliori dei modi. Per poterlo fare occorre conoscere i meccanismi del cervello.

Partiamo dal presupposto che non tutte per attività vengono vissute in ugual modo dal cervello. Ce ne sono alcune più impegnative rispetto ad altre.

Il cervello è un risparmiatore di energie e noi – per essere più efficaci- dobbiamo far leva su questa sua caratteristica. Uno dei modi per ottimizzare le energie è definire le priorità, lavorando per blocchi di tempo.

Questa tesi è sostenuta dallo scienziato Fernand Gobet, che mette in rilievo come il cervello impari le routine raggruppando le informazioni in blocchi.

Lavorare per blocchi ci consente di essere più efficaci perché tutte le nostre risorse sono concentrate in maniera significativa su una sola cosa.

 

Cresce il rischio di errori

All’interno di questa visione cade il mito del multitasking. Portare avanti più attività contemporaneamente aumenta il numero degli errori e incide negativamente sulla performance. I compiti che richiedono profonda concentrazione vanno portati avanti uno alla volta.

Quando siamo totalmente immersi in una singola attività, tutte le nostre energie sono focalizzare verso un unico obiettivo, evitando così la dispersione di energie e tempo. Il nostro cervello non riesce a concentrarsi efficacemente su più cose insieme, se non con uno sforzo extra che potrebbe portare a confusione, approssimazione ed errori.

Già nel 1980 lo psicologo William James sottolineava che l’attenzione consiste nel “prendere possesso con la mente in forma vivida e chiara di un oggetto o di un pensiero tratto da quelli che sembrano possibili simultaneamente. La focalizzazione e la concentrazione della coscienza ne costituiscono l’essenza. Essa implica il ritrarsi da alcune cose per poterne trattare altre con efficacia”.

Questo perché il nostro sistema cognitivo ha un numero di risorse limitate e per evitare una situazione di “sovraccarico”, si rende necessario che solo una parte di tali informazioni in ingresso venga elaborata approfonditamente.

 

Scegliere le priorità

Alla luce di quanto detto diventa pertanto un errore cambiare costantemente focus. La prima cosa da fare per interrompere il multitasking è non essere più multitasking. Occorre iniziare a fare una cosa alla volta, all’interno di un tempo predefinito.

Come insegna il critico e saggista francese, Jean de La Bruyere, “chi fa un uso pessimo del tempo che gli è stato messo a disposizione spesso è tra coloro che si lamentano di avere poco tempo”.

 

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