Banche, Ubs: sale l’utile ma meno delle stime

UBS ha registrato un utile netto di 2,1 miliardi di dollari nel secondo trimestre, in aumento del 5,6% rispetto all’anno precedente. Le attività in gestione, tuttavia, sono diminuite in modo significativo a causa dell’andamento negativo dei mercati finanziari. Tra aprile e fine giugno, complici le turbolenze di mercato e i timori legati alla recessione, i ricavi sono scesi dello 0,7% a 8,9 miliardi di dollari, scrive in una nota il numero uno bancario svizzero, come riportato dal sito web della Rsi. Le spese operative del gruppo sono scese dell’1,4% a 6,2 miliardi di dollari.

L’utile ante imposte si è attestato a 2,6 miliardi di dollari, tenendo conto degli accantonamenti netti per rischi di credito pari a 7 milioni. Il dato è inferiore alle attese degli analisti (consensus 2,4 mld). Il rapporto costi/ricavi è stato del 70,6%, in calo di 1,2 punti percentuali su base annua.

La vendita di asset management, come già annunciato, ha portato nelle casse un utile straordinario di 848 milioni di dollari. La quota di una joint venture immobiliare giapponese tra UBS Realty Inc e Mitsubishi Corp è stata venduta in aprile, ricorda la banca. Senza questo fattore speciale, il risultato sarebbe stato nettamente negativo.

“Il secondo trimestre è stato uno dei periodi più impegnativi per gli investitori degli ultimi dieci anni – ha dichiarato l’ad Ralph Hamers – l’inflazione – aggiunge – rimane alta, la guerra in Ucraina continua a imperversare e le restrizioni anti-Covid restano in vigore in diverse parti dell’Asia”.

UBS, nel secondo trimestre del 2022, ha mantenuto ricavi e costi pressoché stabili: Con un fatturato di 8,92 miliardi di dollari (+0,2%) e spese per 6,30 miliardi di dollari (-1,4%), il rapporto costi/ricavi è stato del 70,6% (in calo di 1,2 punti percentuali su base annua).

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