Ray Dalio cede il testimone

Il re degli hedge fund ha compiuto un passo indietro.  Ray Dalio, il  miliardario fondatore di Bridgewater Associates, ha rinunciato al controllo dell’azienda, ponendo fine a una transizione di potere che si è rivelata più complessa delle previsioni a causa della difficoltà – da parte dello stesso Dalio – nel trovare uomini di fiducia.

Il 73enne, che fino al mese scorso era uno dei tre co-chief investment officer dell’azienda e faceva parte del comitato di investimento, ha trasferito tutti i suoi diritti di voto al consiglio di amministrazione. Resta nel board come fondatore e mentore del cio, con Nir Bar Dea e Mark Bertolini nel ruolo di co-chief executive.

“Questo processo non è stato facile e non siamo sempre stati d’accordo, ma insieme abbiamo portato a termine qualcosa che pochissime aziende o fondatori hanno realizzato, passando dall’essere una boutique guidata dal fondatore a un’istituzione duratura guidata con successo dalla prossima generazione“, scrivono i due top manager ai dipendenti.

Dalio ha fondato Bridgewater nel 1975 e l’ha trasformata nel più grande hedge fund del mondo con asset per 151 miliardi di dollari. L’azienda è diventata famosa per la sua cultura della “trasparenza radicale” tanto quanto per i suoi investimenti, con i dipendenti incoraggiati a sfidarsi apertamente e le conversazioni spesso registrate.

Dopo un pesante turnover negli ultimi anni, le decisioni sugli investimenti sono stati lasciati nelle mani di due storici collaboratori di Dalio, Greg Jensen e Bob Prince, che quest’anno stanno performando molto bene, con il fondo Pure Alpha in rialzo del 34,55% tra gennaio e settembre.

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