Alla scoperta del Chicote, museo sui generis

di Luca Coslovich

 

Al contrario di quello che il nome fa intendere, non si tratta di un museo vero e proprio, ma sicuramente di un’istituzione. Chi per un motivo  o per l’altro passa da Madrid, non può evitare di passare dalla Gran Via, centro nevralgico della capitale spagnola. Al numero 12, da novantun anni, per la ^precisione dal 1931, si trova il primo cocktail bar in Spagna e gioiello intatto dell’art deco. Quando Perico Chicote aprì questo tempio del cocktail, progettato e adattato da uno dei grandi architetti del momento, Luís Gutiérrez Soto, era già una persona rilevante all’interno di ciò che i drink miscelati rappresentavano in Spagna, arrivava infatti da esperienze importanti, come il Ritz e il Savoy e cocktail bar come il Pidoux.

 

Filosofia del bere

È facile farsi un’idea non appena si attraversa la porta girevole, sulla sinistra, dove si trova la prima sala. Lì, in un’enorme vetrina, sono esposti alcuni degli oggetti che hanno definito la filosofia e il modo di intendere il mondo delle bevande fino alla sua morte nel 1977. Proseguendo nella sala in cui si trova il banco bar, con arredi originali, tantissime foto (scattate nel locale) di ospiti illustri ci fanno capire l’importanza avuta negli anni da questo splendido bar. Ava Gardner, Audrey Hepburn, Sofía Loren o Grace Kelly, ma anche scrittori della statura di Ernest Hemingway o cantanti come Frank Sinatra, e persino un presidente americano, Dwight D. Eisenhower. Gli attuali proprietari del museo chicote hanno pensato di sottolineare la presenza di tali ospiti, ed hanno infatti creato una piantina del locale segnalando i tavoli a cui i divi erano abituati a fermarsi e cosa beveveano.

 

Gli aneddoti

Scopriamo cosi che Sofia Loren era (forse lo é ancora) una amante del Negroni e lo degustava nella sala del bar al secondo tavolino sulla destra. La Loren è anche la protagonista di un aneddoto finito sui giornali spagnoli. L’attrice chiese a Chicote di regalarle una bottiglia della sua collezione, che rappresentava il suo profilo, ricevendo una risposta negativa. Il giorno seguente i titoli dei giornali riportavano la notizia in questo modo: “Chicote dice no alla Loren”. Ava gardner si accomodava al tavolino appena prima, per sorseggiare un Old Fashioned con il torero Luis Muigel Dominguin e a quello dopo Salvador Dali degustava un Martinez (ovviamente non tutti insieme, sarebbe stato un vero spettacolo). Pare che “the voice” Frank Sinatra fosse un amanate  del Manhattan  e Bette devis del Dry Martini. Ovviamente non manca il “signature” cocktail, che porta il nome del fondatore El Chicote, composto da vermouth dolce, gin, orange curaçao e grand marnier. Come dicono da queste parti, “se non sei stato al Chicote, non conosci Madrid”

 

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: